Pakistan: l’ex presidente Musharraf incriminato per l'assassinio di Benazir Bhutto
L'ex presidente e capo delle forze armate pachistano Pervez Musharraf è stato formalmente
incolpato per l'assassinio di Benazir Bhutto, già premier e allora leader dell’opposizione,
uccisa nel dicembre del 2007 in un attentato durante un comizio elettorale. Il processo,
iniziato ieri con la lettura dei capi d’imputazione, rappresenta un evento cruciale
in un Paese governato per oltre trent’anni dai militari. Sentiamo Marco Guerra:
Sono tre
i capi di imputazione letti dal procuratore del tribunale di Rawalpindi: omicidio,
complotto e favoreggiamento. L'ex capo delle forze armate, 70 anni, salito al potere
nel 1999 dopo un colpo di stato militare, ha negato tutte le accuse. Tra i testimoni
citati dall'accusa c'è anche il giornalista americano Mark Segal, che aveva intervistato
la Bhutto al ritorno del suo esilio nell'ottobre 2007, e al quale la Bhutto aveva
detto che se le fosse successo qualcosa la responsabilità sarebbe stata di Musharraf.
Subito dopo, nel dicembre 2007, l’attacco kamikaze durante un comizio che ha ucciso
l’allora leader dell’opposizione e già premier del Pakistan. Tornato lo scorso marzo
da un esilio volontario di quattro anni, Musharraf in pochi mesi ha affrontato una
serie di accuse che lo vedono coinvolto anche in altri casi. Ieri il tribunale di
Quetta, in Baluchistan, ha inviato una richiesta di comparizione relativamente al
caso dell'assassinio di un leader separatista. L'ex generale è poi sotto processo
anche per aver esautorato i giudici della Corte suprema durante lo stato di emergenza
da lui proclamato nel 2007. Nel Paese, potenza atomica da 180 milioni di abitanti
e comandato per oltre 30 anni dai militari, molti leggono queste iniziative come la
volontà di voltare definitivamente pagina con il passato.