2013-08-20 15:15:42

Egitto: arrestati i leader dei Fratelli musulmani, Mubarak forse libero domani


Sul fronte della cronaca, dall’Egitto si registra ancora alta tensione. Le autorità del Cairo hanno arrestato sia il capo dei Fratelli musulmani, Badie, sia il portavoce dell'alleanza pro-Morsi, Talaat. Ma la Fratellanza islamica ha subito indicato il nuovo leader provvisorio e si prepara a nuove manifestazioni di piazza. La diplomazia internazionale intanto è al lavoro per trovare una soluzione politica condivisa e l’Onu torna a chiedere l’autorizzazione per l’invio di esperti di diritti umani. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

E’ pugno di ferro delle autorità egiziane contro i vertici degli oppositori al regime. La notizia dell’arresto notturno di Mohammed Badie viene dalla tv di Stato: 70 anni, il leader dei Fratelli Musulmani in carcerazione preventiva di 15 giorni, è accusato di incitazione alla violenza e omicidio. Durante il blitz, nella zona di Nasr City, in manette con lui è finito anche Youssef Talaat il portavoce dell'Alleanza delle formazioni pro-Morsi che anche stanotte hanno continuato a manifestare violando il coprifuoco in almeno 4 città del Paese. “Badie è solo uno dei membri della Fratellanza musulmana", minimizza uno dei portavoce del partito islamista, che ha già nominato Mahmud Ezzat, detto "la volpe”, successore provvisorio di Badie. Quest’ultimo ora è nel carcere di Torah, lo stesso da dove forse domani uscirà l'ex rais Mubarak dopo che la Corte d'Assise del Cairo avrà esaminato il ricorso contro la sua carcerazione. Intanto, il lavoro della diplomazia sembra procedere a rilento. Dagli Usa rimbalza la voce che Obama avrebbe deciso, in modo segreto, di sospendere temporaneamente l'invio di armi all'esercito egiziano e alcune forme di aiuti economici. Analoga decisione potrebbe arrivare domani da Bruxelles, anche se tuttora non c’è accordo, tra i ministri degli Esteri: comunque sia l’Arabia saudita e altri Paesi arabi sarebbero pronti a compensare qualunque taglio occidentale.

E sul significato politico della possibile scarcerazione dell’ex rais Hosni Mubarak e, contemporaneamente, dell’arresto, da parte del governo militare ad interim, dei vertici della Fratellanza musulmana, Giancarlo La Vella ha intervistato Ugo Tramballi, del “Sole 24 Ore”, raggiunto telefonicamente al Cairo:RealAudioMP3

R. – Intanto, la notizia viene da una fonte interessata: non è stata confermata da ambienti giudiziari né politici. Cioè, viene dall’avvocato difensore di Mubarak che potrebbe essere messo agli arresti domiciliari ma soprattutto in qualche modo riabilitato politicamente: non nel senso che tornerebbe a fare politica, ma nel senso che gli sarebbero restituiti gli onori dalla “casta militare” alla quale lui ha sempre appartenuto. I militari cacciarono Mubarak poco più di due anni fa semplicemente per salvare la possibilità di tornare al potere e ripristinare, appunto, il vecchio ordine. Naturalmente, la semplice possibilità che Mubarak possa essere liberato stride con il fatto che, poche ore dopo, sia stata arrestata la guida spirituale dei Fratelli musulmani, cioè l’unico leader importante ancora a piede libero nel Paese. Naturalmente, questo crea le premesse di una ripresa di questo giro senza fine dell’instabilità e della rivolta che chiamiamo, che definiamo ormai la rivolta di Piazza Tahrir.

D. – C’è qualcosa che la comunità internazionale può fare?

R. – Mah… gli Stati Uniti, l’Europa, la comunità internazionale … non possono fare nulla! Io credo che l’elemento più importante delle cosiddette primavere arabe sia proprio quello che i protagonisti di questa vicenda – sia in Egitto, sia in Siria, sia in Libano sia, nel suo complesso, in Medio Oriente – non siamo più noi, le vecchie potenze coloniali: sono i protagonisti locali: sono la Turchia, l’Iran, l’Arabia Saudita, il Qatar, le stesse forze interne dell’Egitto e di qualsiasi altro Paese. La nostra capacità di incidere è estremamente limitata, e questo – dobbiamo ricordarcelo – è una buona notizia, perché per anni abbiamo criticato il colonialismo, il post-colonialismo … Finalmente, si sta realizzando qualcosa di concreto, cioè: non siamo più in grado di determinare i destini di questi popoli, lo determinano loro!

D. – Un confronto, questo in Egitto, che si sta svolgendo nelle piazze, tra militari e il fronte musulmano. Il fronte laico, invece, che non ha partecipato al confronto politico, ha qualche responsabilità indiretta in questa situazione?

R. – L’opposizione è un’opposizione molto, molto divisa, difficilmente unita perché rappresenta moltissime anime che di fatto – a parte l’inizio di Piazza Tahrir – non hanno mai fatto nulla, non hanno mai inciso veramente sulle vicende di questi ultimi anni, ma neanche prima e – ne sono convinto – neanche dopo …







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