Egitto, agli arresti la guida dei Fratelli Musulmani. Imminente la scarcerazione di
Mubarak
Duro colpo in Egitto per i Fratelli Musulmani: al Cairo è stato arrestato Mohamed
Badie, guida spirituale suprema della Fratellanza. L'arresto è stato criticato dalla
Casa Bianca perchè non in linea con gli standard che gli Stati Uniti ritengono indispensabili
per difendere i diritti umani. Badie è stato portato nello stesso carcere dove è detenuto
Hosni Mubarak, che nelle prossime ore potrebbe essere rilasciato. Domani, infatti,
sarà vagliata la richiesta di scarcerazione presentata dall’avvocato dell’ex rais.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’arresto della
guida suprema dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, e la possibile scarcerazione
dell’ex rais, Hosni Mubarak, sono gli ultimi sviluppi della complessa situazione in
Egitto. Badie dovrà scontare 15 giorni di carcere preventivo con l'accusa di istigazione
alla violenza contro le forze di sicurezza e le istituzioni dello Stato. Dopo il suo
arresto, i Fratelli Musulmani hanno nominato Mahmud Ezzat guida provvisoria della
Confraternita. Fonti locali riferiscono inoltre che Badie è stato portato nello stesso
carcere dove si trova Hosni Mubarak, la cui liberazione sembra imminente: le accuse
di corruzione sono ormai cadute e domani la Corte egiziana esaminerà l’istanza di
scarcerazione presentata dal difensore dell’ex rais. Si moltiplicano poi le voci su
un presunto tentativo di suicidio, in carcere, del deposto presidente Mohammed Morsi.
Secondo alcune fonti, sarebbe stato salvato nella notte dai militari. Immediata la
smentita dei Fratelli musulmani, secondo cui “si sta preparando l’omicidio di Morsi
in prigione”. Nel Sinai, intanto, almeno undici persone sono state arrestate, in relazione
alla strage di ieri nel nord della penisola, costata la vita a 25 poliziotti. La Casa
Bianca ha smentito infine quanto riferito dal Daily Beast negando che si sia deciso
segretamente lo stop temporaneo agli aiuti militari da inviare in Egitto.
E
sul significato politico della possibile scarcerazione dell’ex rais Hosni Mubarak
e, contemporaneamente, dell’arresto, da parte del governo militare ad interim, dei
vertici della Fratellanza musulmana, Giancarlo La Vella ha intervistato Ugo
Tramballi, del “Sole 24 Ore”, raggiunto telefonicamente al Cairo:
R. – Intanto,
la notizia viene da una fonte interessata: non è stata confermata da ambienti giudiziari
né politici. Cioè, viene dall’avvocato difensore di Mubarak che potrebbe essere messo
agli arresti domiciliari ma soprattutto in qualche modo riabilitato politicamente:
non nel senso che tornerebbe a fare politica, ma nel senso che gli sarebbero restituiti
gli onori dalla “casta militare” alla quale lui ha sempre appartenuto. I militari
cacciarono Mubarak poco più di due anni fa semplicemente per salvare la possibilità
di tornare al potere e ripristinare, appunto, il vecchio ordine. Naturalmente, la
semplice possibilità che Mubarak possa essere liberato stride con il fatto che, poche
ore dopo, sia stata arrestata la guida spirituale dei Fratelli musulmani, cioè l’unico
leader importante ancora a piede libero nel Paese. Naturalmente, questo crea le premesse
di una ripresa di questo giro senza fine dell’instabilità e della rivolta che chiamiamo,
che definiamo ormai la rivolta di Piazza Tahrir.
D. – C’è qualcosa che la
comunità internazionale può fare?
R. – Mah… gli Stati Uniti, l’Europa, la comunità
internazionale … non possono fare nulla! Io credo che l’elemento più importante delle
cosiddette primavere arabe sia proprio quello che i protagonisti di questa vicenda
– sia in Egitto, sia in Siria, sia in Libano sia, nel suo complesso, in Medio Oriente
– non siamo più noi, le vecchie potenze coloniali: sono i protagonisti locali: sono
la Turchia, l’Iran, l’Arabia Saudita, il Qatar, le stesse forze interne dell’Egitto
e di qualsiasi altro Paese. La nostra capacità di incidere è estremamente limitata,
e questo – dobbiamo ricordarcelo – è una buona notizia, perché per anni abbiamo criticato
il colonialismo, il post-colonialismo … Finalmente, si sta realizzando qualcosa di
concreto, cioè: non siamo più in grado di determinare i destini di questi popoli,
lo determinano loro!
D. – Un confronto, questo in Egitto, che si sta svolgendo
nelle piazze, tra militari e il fronte musulmano. Il fronte laico, invece, che non
ha partecipato al confronto politico, ha qualche responsabilità indiretta in questa
situazione?
R. – L’opposizione è un’opposizione molto, molto divisa, difficilmente
unita perché rappresenta moltissime anime che di fatto – a parte l’inizio di Piazza
Tahrir – non hanno mai fatto nulla, non hanno mai inciso veramente sulle vicende di
questi ultimi anni, ma neanche prima e – ne sono convinto – neanche dopo …