2013-08-20 16:50:57

Egitto, agli arresti la guida dei Fratelli Musulmani. Imminente la scarcerazione di Mubarak


Duro colpo in Egitto per i Fratelli Musulmani: al Cairo è stato arrestato Mohamed Badie, guida spirituale suprema della Fratellanza. L'arresto è stato criticato dalla Casa Bianca perchè non in linea con gli standard che gli Stati Uniti ritengono indispensabili per difendere i diritti umani. Badie è stato portato nello stesso carcere dove è detenuto Hosni Mubarak, che nelle prossime ore potrebbe essere rilasciato. Domani, infatti, sarà vagliata la richiesta di scarcerazione presentata dall’avvocato dell’ex rais. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

L’arresto della guida suprema dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, e la possibile scarcerazione dell’ex rais, Hosni Mubarak, sono gli ultimi sviluppi della complessa situazione in Egitto. Badie dovrà scontare 15 giorni di carcere preventivo con l'accusa di istigazione alla violenza contro le forze di sicurezza e le istituzioni dello Stato. Dopo il suo arresto, i Fratelli Musulmani hanno nominato Mahmud Ezzat guida provvisoria della Confraternita. Fonti locali riferiscono inoltre che Badie è stato portato nello stesso carcere dove si trova Hosni Mubarak, la cui liberazione sembra imminente: le accuse di corruzione sono ormai cadute e domani la Corte egiziana esaminerà l’istanza di scarcerazione presentata dal difensore dell’ex rais. Si moltiplicano poi le voci su un presunto tentativo di suicidio, in carcere, del deposto presidente Mohammed Morsi. Secondo alcune fonti, sarebbe stato salvato nella notte dai militari. Immediata la smentita dei Fratelli musulmani, secondo cui “si sta preparando l’omicidio di Morsi in prigione”. Nel Sinai, intanto, almeno undici persone sono state arrestate, in relazione alla strage di ieri nel nord della penisola, costata la vita a 25 poliziotti. La Casa Bianca ha smentito infine quanto riferito dal Daily Beast negando che si sia deciso segretamente lo stop temporaneo agli aiuti militari da inviare in Egitto.


E sul significato politico della possibile scarcerazione dell’ex rais Hosni Mubarak e, contemporaneamente, dell’arresto, da parte del governo militare ad interim, dei vertici della Fratellanza musulmana, Giancarlo La Vella ha intervistato Ugo Tramballi, del “Sole 24 Ore”, raggiunto telefonicamente al Cairo:RealAudioMP3

R. – Intanto, la notizia viene da una fonte interessata: non è stata confermata da ambienti giudiziari né politici. Cioè, viene dall’avvocato difensore di Mubarak che potrebbe essere messo agli arresti domiciliari ma soprattutto in qualche modo riabilitato politicamente: non nel senso che tornerebbe a fare politica, ma nel senso che gli sarebbero restituiti gli onori dalla “casta militare” alla quale lui ha sempre appartenuto. I militari cacciarono Mubarak poco più di due anni fa semplicemente per salvare la possibilità di tornare al potere e ripristinare, appunto, il vecchio ordine. Naturalmente, la semplice possibilità che Mubarak possa essere liberato stride con il fatto che, poche ore dopo, sia stata arrestata la guida spirituale dei Fratelli musulmani, cioè l’unico leader importante ancora a piede libero nel Paese. Naturalmente, questo crea le premesse di una ripresa di questo giro senza fine dell’instabilità e della rivolta che chiamiamo, che definiamo ormai la rivolta di Piazza Tahrir.

D. – C’è qualcosa che la comunità internazionale può fare?

R. – Mah… gli Stati Uniti, l’Europa, la comunità internazionale … non possono fare nulla! Io credo che l’elemento più importante delle cosiddette primavere arabe sia proprio quello che i protagonisti di questa vicenda – sia in Egitto, sia in Siria, sia in Libano sia, nel suo complesso, in Medio Oriente – non siamo più noi, le vecchie potenze coloniali: sono i protagonisti locali: sono la Turchia, l’Iran, l’Arabia Saudita, il Qatar, le stesse forze interne dell’Egitto e di qualsiasi altro Paese. La nostra capacità di incidere è estremamente limitata, e questo – dobbiamo ricordarcelo – è una buona notizia, perché per anni abbiamo criticato il colonialismo, il post-colonialismo … Finalmente, si sta realizzando qualcosa di concreto, cioè: non siamo più in grado di determinare i destini di questi popoli, lo determinano loro!

D. – Un confronto, questo in Egitto, che si sta svolgendo nelle piazze, tra militari e il fronte musulmano. Il fronte laico, invece, che non ha partecipato al confronto politico, ha qualche responsabilità indiretta in questa situazione?

R. – L’opposizione è un’opposizione molto, molto divisa, difficilmente unita perché rappresenta moltissime anime che di fatto – a parte l’inizio di Piazza Tahrir – non hanno mai fatto nulla, non hanno mai inciso veramente sulle vicende di questi ultimi anni, ma neanche prima e – ne sono convinto – neanche dopo …







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