Colombia. Mons. Epalza contro il pizzo: “Non possiamo rimanere in silenzio”
In Colombia, il vescovo di Buenaventura, mons. Hector Epalza Quintero, ha lanciato
l'allarme sulla situazione del porto dove molti operatori economici vivono nell'angoscia
a cause delle estorsioni. Una nota inviata a Fides da una fonte locale, riferisce
che il presule ha sottolineato che le intimidazioni non risparmiano neppure le attività
più umili, come i venditori ambulanti e i fruttaioli, oltre ai negozianti e commercianti
di ogni genere, che devono pagare un pizzo da 2 euro al giorno fino a 50 euro a settimana.
"A Buenaventura ci sono "cartelli" per ogni cosa, ci sono quelli che raccolgono le
tasse, il "vaccino" (come è chiamato il pizzo) da tutti, perfino dai piccoli venditori
di polli e patate; ognuno – ha detto - deve pagare questi mascalzoni che vivono a
spese degli altri e questo mi rattrista molto, mi duole nell'anima". Non è la prima
volta che mons. Epalza denuncia la terribile situazione nella quale vive la popolazione
di Buenaventura. Lo scorso giugno aveva infatti denunciato l'esistenza di case dove
si portano le persone per ucciderle. "Non possiamo rimanere in silenzio e compiacenti
davanti a queste situazioni – ha affermato - dobbiamo reagire e chiedere una vera
giustizia, dobbiamo essere realisti e non possiamo fare come gli struzzi che sotterrano
la testa". Il presule aveva inoltre denunciato la criminalità in occasione dei funerali
dell'insegnante Estela Cortez barbaramente assassinata il 13 agosto scorso. In quell'occasione
aveva detto: "Sappiamo che le autorità e la polizia fanno il proprio lavoro, ma questo
tipo di violenza non smette, la gente ha paura e i più poveri soffrono nel silenzio".
Secondo le informazioni pervenute a Fides, la popolazione non denuncia i crimini .
"Vogliamo intervenire ma non abbiamo informazioni, chiediamo alle vittime di presentare
denuncia" ha fatto appello il capo della polizia del Porto.