Ripresi ieri a Cuba i colloqui di pace tra il governo della Colombia e le Farc, le
Forze Armate Rivoluzionarie. Sul tappeto in questa fase uno dei punti più controversi:
quello della partecipazione delle Farc alla vita politica del Paese. Sentiamo Francesca
Ambrogetti:
Dopo l’avvio
delle trattative a novembre, per mettere fine ad una lunga e sanguinosa guerra interna,
questo è il 12.mo colloquio che ospita la capitale cubana. In un comunicato congiunto
si parla di false ricostruzioni degli accordi. Il numero due delle Farc, il comandante
Ivan Marquez, ha definito significativi i passi avanti fatti finora. “Non eravamo
arrivati così lontani” ha detto dal canto suo il rappresentante del governo, Humberto
De la Calle. Mentre le trattative diplomatiche continuano all’Avana, gli scontri armati
non cessano nella selva colombiana. Si è appreso a Bogotà che due capi delle Farc
sono rimasti uccisi in un attacco dell’esercito, in un villaggio del dipartimento
di Cauca. La Colombia ha vissuto intanto una giornata di scioperi e proteste indette
da vari sindacati, in particolare quello dei contadini. La delegazione all’Avana delle
Farc ha espresso l’appoggio ai lavoratori affermando che la protesta sociale è un
diritto, hanno anche denunciato il trattato di libero commercio con gli Stati Uniti.