Tregua armata in Egitto, ma si temono nuove violenze nelle manifestazioni di oggi
Tregua armata in Egitto ma per oggi si temono nuove violenze nelle manifestazioni
convocate dai Fratelli Musulmani. A livello diplomatico a Bruxelles è in programma
un vertice sulla crisi egiziana mentre gli Stati Uniti stanno vagliando l’ipotesi
di tagliare gli aiuti militari al Cairo. Dalla capitale egiziana il servizio di Giuseppe
Acconcia:
Dopo le violenze,
arriva la tregua. Ma in vista di nuove manifestazioni previste per oggi, sono giunte
ieri le dichiarazioni del capo delle Forze armate egiziane. Abdel Fattah el Sisi ha
assicurato che «c'è posto per tutti in Egitto», smorzando i toni in merito alle precedenti
dichiarazioni del premier Hesham Beblawi che ha parlato di possibile scioglimento
della Fratellanza. Sisi ha avvertito anche delle conseguenze del «tunnel oscuro» che
comporterebbe un «conflitto religioso». Ieri, centinaia di dimostranti pro-Morsi si
sono radunati in Piazza Roxy ad Heliopolis. Poche ore prima erano state annunciate
altre manifestazioni, annullate per questioni di sicurezza e in seguito alle dichiarazioni
conciliatorie di Sisi. Nella serata di ieri però, 38 islamisti, tratti in arresto,
sono morti asfissiati nell’assalto ad un blindato che li trasferiva in carcere. Mentre
nel governatorato di Minya si contano gravi danni con la distruzione del Centro culturale
gesuita, di dieci chiese, tra cui l’antica basilica di Amir Tadros, e l’assalto al
museo archeologico Malawi. Dal canto suo, il dimissionario vice-presidente egiziano
Mohammed el-Baradei ha lasciato il Paese diretto verso Vienna. Infine, il senatore
John McCain ha ribadito da Washington che è necessario tagliare gli aiuti militari
all’Egitto. Anche l’Unione Europea sta per prendere delle decisioni in merito alle
relazioni con il Paese Nord-africano, mentre, nei prossimi giorni, è prevista una
nuova visita dall’Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton.