2013-08-18 19:44:22

Egitto: annullate le manifestazioni in programma, ma partono alcuni cortei nella capitale e in altre città


In Egitto altissima la tensione per nuovi cortei dei sostenitori dell'ex presidente Morsi che nel pomeriggio sembravano essere stati annullati. Ed è sfociato in una violenta sparatoria, a un cinquantina di chilometri dal Cairo, il tentativo attribuito dal ministero dell'Interno egiziano a un gruppo di Fratelli Musulmani, di liberare alcune decine di dimostranti appena arrestati. 38 le vittime degli spari, secondo fonti della polizia. Intanto, mentre il governo propone lo scioglimento per legge dell'Alleanza dei Fratelli musulmani, è forte la preoccupazione della comunità internazionale, dalla quale giungono accorati appelli alla pace e una ferma condanna della violenza di polizia e manifestanti. I particolari da Paola Simonetti:RealAudioMP3

Sembrava un primo passo indietro per motivi di sicurezza quando era giunto l'annuncio dell'annullamento della manifestazione dei Fratelli Musulmani al Cairo davanti alle sede della Corte costituzionale. Poi la notizia di un corteo comunque partito verso il palazzo della Corte, la zona è stata blindata. Diversi i cortei in altre città del paese. Poche ore fa le parole di quello che viene considerato l'uomo forte dell'Egitto, il generale El-Sissi, che se da un lato ha difeso le misure definite "trasparenti" intraprese per imporre l'ordine, dall'altro ha evocato la minaccia di "un conflitto religioso" che rischierebbe di portare il Paese in "un tunnel oscuro" e chiedendo ai sostenitori dell'ex presidente Morsi di "rivedere le loro posizioni" li ha però avvertiti che la violenza non piegherà lo Stato. Il governo continua a voler esaminare la possibilità di sciogliere il movimento dei Fratelli musulmani: "Nessuna riconciliazione -ha ammonito il primo ministro El Beblawi- con chi ha le mani sporche di sangue". Sul fronte diplomatico la Unione Europea ha annunciato che rivedrà le sue relazioni con l'Egitto, esortando tutti alla "massima moderazione", ma sottolineando anche la necessità da parte delle autorità di rispettare i diritti umani. A fargli eco il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon che ha condannato le violenze di polizia e manifestanti e invocato una immediata tregua.







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