2013-08-17 16:30:33

Disabilità e lavoro: un progetto dell’Anmil per dare dignità ai più deboli


Il lavoro come spazio per realizzarsi e acquistare più fiducia in se stessi. Sono questi alcuni degli obiettivi del progetto finalizzato all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, promosso dall’Anmil, l’associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi. Maria Cristina Montagnaro ne ha parlato con Claudio Messori, direttore agenzia per il lavoro Anmil Milano:RealAudioMP3

R. – Il progetto D.A.L. è un progetto che ha cercato di analizzare al meglio quello che poteva essere un contributo per l’inserimento dei soggetti più deboli: persone svantaggiate, con problematiche legate ad una disabilità mista, il più delle volte, con una connotazione di debolezza. Abbiamo visto la situazione di una ventina di persone e su queste persone abbiamo individuato quattro persone, quelle più a rischio. Il progetto prevede un percorso di tirocinio formativo, finalizzato all’occupazione.

D. – Che cosa si può fare per far rispettare la legge 68 del ’99, che sancisce l’obbligo di assunzione di persone con disabilità nelle aziende con più di 15 dipendenti?

R. – E’ una delle leggi più avanzate, a livello internazionale: in molti ce la invidiano. Peccato che poi il rispetto della legge non sia una conseguenza: tutte le aziende cercano, in una maniera o nell’altra, di evadere questa norma. Ci dovrebbero essere più controlli da parte dei servizi ispettivi, ci dovrebbe essere un raccordo di rete con tutti gli enti preposti per arrivare poi agli enti accreditati, che seguono questi percorsi e, soprattutto, si dovrebbe andare a segnalare nel caso in cui un datore di lavoro, sia pubblico che privato, non ottemperi alla norma.

D. – Quali sono le difficoltà più frequenti che le persone diversamente abili si trovano ad affrontare sul lavoro?

R. – Sono quelle di non accettazione, per cui vengono stigmatizzate. Di fatto non c’è la diretta accoglienza, non solo da parte dei datori di lavoro, ma molte volte anche da parte dei colleghi di lavoro stessi. Bisognerebbe quindi cercare di attivare una maggiore sensibilizzazione, una maggiore disponibilità, perché con l’inserimento di una persona disabile in azienda, si valorizzano non solo le capacità delle persone, ma anche il lavoro del gruppo, dei colleghi.







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