Autobomba in Libano contro Hezbollah. Il leader degli sciiti: evitare guerra civile
Dopo l’autobomba di giovedì scorso a Beirut contro Hezbollah, che ha causato 24 morti,
il leader del movimento sciita Nasrallah attenua i toni, non accusando i rivali sunniti
e invitando a “evitare che il Libano venga trascinato in una guerra civile”. L’attentato
è stato rivendicato da un gruppuscolo sconosciuto che si dice alleato dei ribelli
siriani. Xavier Sartre ha sentito il commento di mons. Paul Nabil Sayyah,
vicario generale del Patriarcato maronita, raggiunto telefonicamente a Beirut:
R. - Je croit
que le Hezbollah, ce n’est pas dans son intérêt … Penso non sia nell’interesse
di Hezbollah innescare una catena di azioni e di reazioni tra sciiti e sunniti. Non
si possono fare previsioni, ma io credo che Hezbollah sia abbastanza saggio da sapere
che una sua azione potrebbe innescare una catena di reazioni che, sul terreno, si
tradurrebbe in una guerra tra sunniti e sciiti che tutti vorrebbero evitare. Ora,
il problema è che lo stesso gruppo che ha compiuto l’attentato nel quartiere sciita,
potrebbe compierne un altro in un quartiere sunnita. Il nostro problema, in Libano,
è che purtroppo sono forze esterne a condurre il gioco, e in questo momento – per
dirla in termini chiari – la partita è tra Arabia Saudita e l’Iran, o tra la Turchia
e l’Iran. Sono la fazione sciita e quella sunnita che conducono il gioco, nella Regione,
e purtroppo il Libano è vittima di questo conflitto regionale che pure ha dimensioni
internazionali: e anche questo è evidente! Non riusciamo a capire, ad esempio, perché
si insista ad inviare armi in Siria, sia ai ribelli che al governo. Quello che bisogna
fare, è fermare la guerra, smettere di inviare armi a chiunque sia! Ma io ho i miei
dubbi: credo che la guerra sia un interesse di molti. La stessa comunità internazionale
non sembra preoccuparsi particolarmente di ciò che accade, delle vittime, della distruzione.
E questo veramente non riusciamo ad accettarlo né a comprenderlo…