Appello dei vescovi del Benin per la revisione della Costituzione
È “un appello pressante al dialogo, alla pace, alla fiducia reciproca in favore della
coesione nazionale” quello lanciato ieri dalla Conferenza episcopale del Benin. In
un messaggio indirizzato ai “fedeli ed ai cittadini di buona volontà”, i presuli si
soffermano, in particolare, sulla proposta di revisione della Costituzione, sostenuta
dal capo dello Stato, Yayi Boni. Tale progetto, molto dibattuto, prevede, tra l’altro,
il rafforzamento del potere del presidente e del Tribunale costituzionale. “La Chiesa
– scrivono i presuli – non offre alcuna soluzione tecnica né politica”. “Tuttavia,
ha il dovere morale di ricordare che, in democrazia, nessuna riforma che susciti forti
tensioni ed opposizioni potrà favorire il popolo”. Inoltre, di fronte ad un contesto
sociale in cui si riscontrano “povertà e miseria di una larga parte della popolazione
priva del minimo per sopravvivere e contrapposta all’opulenza di pochi; una crescente
disoccupazione giovanile e accuse di complotto contro il presidente della Repubblica”,
la Chiesa del Benin richiama la necessità di “costruire la coesione nazionale in uno
spirito di servizio, guardando al bene comune e di ciascuno”. Consapevoli del fatto
che “i problemi dell’intero Paese non possono essere capiti e risolti da un solo gruppo
politico”, i vescovi africani esortano “tutti i responsabili dei diversi settori”
alla collaborazione ed alla solidarietà, “in uno spirito costruttivo di verità, onestà
e sincerità, e nel rispetto degli accordi raggiunti”. Infine, i presuli ricordano
il viaggio di Benedetto XVI in Benin, svoltosi nel novembre 2011, durante il quale
l’allora Pontefice disse: “Lancio un appello a tutti i responsabili politici ed economici
dei Paesi africani e del resto del mondo: non private i vostri popoli della speranza!
Non amputate il loro futuro mutilando il loro presente!”. (I.P.)