Italia, classe dirigente non all'altezza. Manca equilibrio tra i poteri dello stato
per la debolezza della politica
Antonio Maria Baggio, politologo, docente Filosofia Politica Università 'Sophia' di
Loppiano (Fi) Abbiamo un
governo che ha messo per forza, perché non si poteva fare diversamente, insieme due
forze politiche che per venti anni si sono combattute in una maniera distruttiva.
Per distruttiva intendo il fatto che ogni governo dedicava buona parte del tempo a
distruggere quello che aveva fatto il governo precedente. E al centro del dibattito,
come anche oggi c’è stato, c’è il ruolo di Berlusconi e dei suoi oppositori. Quindi,
in sostanza, sono venti anni che in questo Paese non si fanno riforme serie e non
si fa un dibattito politico serio. Quello che sarebbe necessario adesso è presentare
al Paese, nel più breve tempo possibile, due forze politiche liberate dai loro rispettivi
condizionamenti. È crisi di equilibrio tra i poteri, è crisi economica ed è certamente
crisi di partiti. Quindi una crisi generale di tutti gli aspetti della classe dirigente. Abbiamo
le leggi, abbiamo una Costituzione, abbiamo le regole per vivere politicamente. Il
problema è che indebolendosi uno dei poteri - la politica - sono altri i poteri che
prendono il suo spazio. Questo dura da Tangentopoli in poi, se non c’è un ruolo
forte da parte della politica. Ma la politica nel nostro Paese è debole, e uno dei
nostri problemi principali è creare una classe dirigenziale politica diversa e di
spessore. Adesso, forse, bisogna iniziare a pensare ad una classe dirigente plurale,
diffusa, collaborativa che si stende come una rete; e questo implica una partecipazione
molto più forte da parte dei cittadini. Vedo che in alcuni casi si pensa ancora ad
un partito cattolico che dovrebbe proporsi come ago della bilancia. Un’idea difficile
da realizzare con il rischio di effetti corruttivi importanti. Penso che i cattolici
devono digerire il fatto che dopo la fine della Dc è iniziato un pluralismo. Ci sono
diverse culture politiche anche all’interno del mondo cattolico. Tutte legittime.
Ciò che, secondo me, i cattolici possono fare, e già in parte lo fanno, è inserirsi
nelle diverse forze politiche cercando di caratterizzarle al meglio. In politica,
vorrei che si parlasse di cittadini che avendo ideali, caratteristici di un’esperienza
religiosa, possano fare progetti condivisibili con altri cittadini. (a cura di
Luca Collodi)