Egitto: ripresi gli scontri, si teme una nuova strage nel venerdì di preghiera
Sono ripresi gli scontri in Egitto: è la giornata della collera, indetta dai Fratelli
Musulmani. Dopo le violenze di questi giorni, con oltre 600 morti secondo il governo
- ma gli islamisti parlano di migliaia di vittime - si teme un nuovo bagno di sangue
in questo venerdì di preghiera. Intanto si moltiplicano le prese di posizione della
comunità internazionale. Lunedì a Bruxelles l’Unione Europea discuterà della crisi.
Ce ne parla Benedetta Capelli:
Egitto in fiamme.
La polizia ha aperto il fuoco contro i manifestanti in un quartiere nella Cairo vecchia.
Un agente è morto in un’imboscata nella capitale. Scontri a Tanta, nel nord del Paese,
spari anche a Giza. Ad Ismaila sono 4 le vittime accertate e 11 i feriti. Dunque massima
allerta in tutto il Paese, il Cairo è blindata ma manifestazioni sono segnalate anche
ad Hurgada, nota località turistica sul Mar Rosso, ad Alessandria d’Egitto si scandiscono
slogan all’insegna della vendetta: “il popolo – gridano - giustizierà gli assassini”.
“Gli egiziani continueranno la loro resistenza pacifica – si legge in un comunicato
della Fratellanza - fino a che i golpisti non se ne andranno”. Il Paese è ormai diviso
in due ed è sempre più forte il rischio di guerra civile, come paventato dal presidente
francese Hollande; oggi discuterà della crisi in una telefonata con la cancelliera
tedesca Merkel ed il premier britannico Cameron. Lunedì a Bruxelles i rappresentanti
dei 28 Paesi dell'Unione Europea discuteranno della crisi egiziana. Ieri l’Onu ha
fatto appello per la fine delle violenze, mentre polemiche hanno suscitato le parole
di Obama che aveva esortato le autorità egiziane a rispettare i diritti dei manifestanti.
A rispondergli il presidente Mansour: “le dichiarazioni – ha affermato - possono rafforzare
i gruppi armati violenti e incoraggiarli nel loro percorso anti-democratico”. Dolore
per la perdita di vite umane è stato espresso dal presidente turco Gul. “Tutti i recenti
incidenti in Egitto – ha aggiunto - sono una vergogna per il popolo arabo e islamico”.