Papa Francesco, durante la sua visita a Castel Gandolfo nel giorno dell'Assunta, incontrerà
anche le Clarisse del Monastero di clausura. Ce ne parla Isabella Piro:
Ad un mese
esatto dalla precedente visita a Castel Gandolfo, il 14 luglio scorso, Papa Francesco
torna nella cittadina alle porte di Roma. E come trenta giorni fa, anche questa volta
incontra, in forma privata, le Clarisse del Monastero locale. Il mese scorso, la visita
viene annunciata a sorpresa, con una telefonata che giunge al Monastero nella tarda
mattinata. “Sono venuto qui perché so che voi pregate per me”, dice il Papa alle religiose.
Poi si riunisce con loro nella Sala Capitolare, le ringrazia per la loro vita contemplativa,
fatta di preghiera e di penitenza, affida a loro la vita della Chiesa e la carità
fraterna. E conclude l’incontro chiedendo, ancora una volta: “Pregate per me”.
Anche
i predecessori di Papa Francesco hanno incontrato le Clarisse di Castel Gandolfo:
il 15 settembre 2007, Benedetto XVI le ha ricevute in udienza presso il Palazzo Apostolico
e le ha invitate ad essere “fiaccole ardenti di amore, mani giunte che vegliano in
preghiera incessante” e che donano uno “straordinario apporto all’opera apostolica
e missionaria della Chiesa nel mondo”. Il 14 agosto 1979 Giovanni Paolo II celebrò
la Messa nella Cappella del Monastero ed affidò l'umanità intera alla preghiera delle
Clarisse, dicendo loro: “Voi non avete abbandonato il mondo per non avere i crucci
del mondo. Voi li portate tutti nel cuore e accompagnate l’umanità con la vostra preghiera,
con la vostra presenza, nascosta ma autentica, nella società e nella Chiesa”. Parole
che richiamavano quelle di Paolo VI che incontrò le Clarisse il 3 settembre 1971 e
disse loro: “Voi, fedeli alla regola, alla vita comune, alla povertà, siete un seme
e un segno".
Un legame antico, dunque, quello delle Clarisse con i Pontefici
e con Castel Gandolfo: è il 18 marzo 1631, infatti, quando, in concomitanza con l'arrivo
dei Papi nella cittadina laziale, il Monastero locale viene affidato alla guida delle
religiose. Nei due secoli successivi, le guerre e gli assedi costringono le suore
a tornare alla vita laicale, ma la preghiera le tiene unite e la loro comunità non
si disperde. Con il Concordato del 1929, il Monastero viene riscattato dalla Santa
Sede. Ma altre prove attendono le Clarisse: la seconda guerra mondiale stravolge la
comunità e nel febbraio del ’44 18 suore perdono la vita a causa dei bombardamenti.
Tra gli stenti e le difficoltà di quei giorni, si distingue Sr. Maria Chiara Damato
che morirà il 9 marzo 1948 e per la quale è in corso la causa di beatificazione.
Oggi,
le Clarisse di Castel Gandolfo vivono la loro missione dividendosi tra la preghiera
ed il lavoro: tutti i giorni, dalle 7.30 alle 13.00, la Chiesa del Monastero viene
aperta ai fedeli per l’Adorazione Eucaristica, mentre nel laboratorio locale si lavora
il legno per la riproduzione di immagini sacre. “Per noi, figlie di Chiara di Assisi
– dicono le religiose – il lavoro è dono di Dio che eleva lo spirito, è grazia e missione,
è sentire intrecciate le mani di Dio e dell’uomo in un unico gesto di creazione”.