Uccisa un'altra donna in Italia. Il commento di Anna Costanza Baldry
Ancora un delitto commesso da un marito nei confronti della propria moglie: è avvenuto
stamani ad Avola, nel Siracusano. Dopo aver ucciso la donna, l’uomo si è tolto la
vita. Alla base del gesto la decisione della moglie di separarsi. "E' il segnale di
una società profondamente in crisi, ha detto commentando la notizia, don Fortunato
Di Noto, parroco della Madonna del Carmine di Avola, dove la conflittualità non si
sa gestire”. Una vicenda, ha continuato, che ci interroga e impone un impegno per
potenziare i luoghi di mediazione e di protezione. Solo pochi giorni fa l’omicidio,
nel Trentino, di un’altra donna per il quale è accusato l’ex-fidanzato e l’aggressione
con l’acido da parte di uno sconosciuto ai danni di una dipendente dell’ospedale Galliera
di Genova. Tutto questo a pochi giorni dall’approvazione del decreto legge che inasprisce
le condanne per i reati di femminicidio e di stalking. Fabio Colagrande ha
sentito Anna Costanza Baldry, psicologa criminologa dell’Associazione “Differenza
Donna” che assiste le donne vittime di violenza:
R. – La violenza
di genere, così detta, intesa come ogni forma di violenza contro le donne, che è la
più diffusa, non è solo un problema di sicurezza, perché anche laddove c’è un inasprimento
delle pene molte di queste persone, che poi uccidono, si costituiscono. Non è, quindi,
il fatto o meno di essere puniti che li fa desistere dall’atto. Purtroppo il cambiamento
deve essere strutturale.
D. – Ci sono luci e anche ombre sul recente provvedimento
del Governo, ma non può essere che l’Italia faccia ancora fatica a capire cos’è la
violenza di genere?
R. – Sì, sicuramente. Io ho lavorato e sono stata in diversi
Paesi del mondo e c’è da dire che la violenza di genere è qualcosa che ci accomuna
con tutti i Paesi, anche in quelli del Nord Europa, dove le pari opportunità sono
reali e non sono solo sulla carta, purtroppo, la violenza all’interno della coppia
esiste. Per molti aspetti, però, in Italia, e non solo in Italia, esiste ancora una
cultura molto misogina - anche se per fortuna non dappertutto - come se all’interno
di quello che è l’entourage personale e privato ci fosse ancora una non accettazione
da parte del genere maschile, di alcune persone del genere maschile, della parità.
La parità che comincia anzitutto dal rispetto. Non è un caso che queste violenze spesso
s’innescano ed arrivano addirittura a forme più gravi, quando la donna in qualche
modo si “insubordina”. Molte persone, uomini e donne, hanno forse ancora dentro di
sé tanti stereotipi e pregiudizi, rispetto a quelli che sono i ruoli delle donne e
a come possono relazionarsi all’interno della coppia. Questo poi, in alcuni casi,
sfocia anche nelle violenze.