Prandelli: la grande umanità di Papa Francesco fa bene anche al mondo del calcio
Attesa nel mondo sportivo per l’amichevole in programma all’Olimpico di Roma tra la
formazione italiana e quella argentina. Una partita in onore di Papa Francesco e all'insegna
del fair play. Al microfono di Luca Collodi, l’allenatore degli "Azzurri",
Cesare Prandelli, si sofferma sulla figura del Pontefice:
R. – Da subito
abbiamo percepito una grande umanità.
D. – Siamo in tempi di crisi: questa
crisi può cambiare il calcio? Se sì, in che modo…
R. – Il periodo di crisi
c’è, il calcio non so se può cambiare. Sono convinto che sono i comportamenti delle
persone che possono condizionare i cambiamenti. Per quanto ci riguarda e per quanto
mi riguarda, la Nazionale deve avere sempre un certo tipo di comportamento. Questa
partita può essere significativa da un certo punto di vista: dato che l’estate è iniziata
con polemiche, con violenza, con il "solito calcio"; noi vorremmo proporre una partita
divertente, piacevole, agonisticamente forte ma con grande rispetto e con grande “fair
play” in campo e sugli spalti.
D. – Oggi nel calcio girano molti soldi mentre
ci sono molte famiglie normali che spesso non ce la fanno a raggiungere la fine del
mese…
R. – Questa è una bella riflessione. Un mondo civile dovrebbe essere
un mondo dove non ci dovrebbe essere una grande differenza tra chi ha la possibilità
di vivere in maniera agiata e chi non ha la possibilità di arrivare a fine mese. Qualche
giorno fa, in un’intervista - per smorzare un po’ i nostri sensi di colpa – dicevo
che potremmo mettere a disposizione una percentuale sulle trattative, su queste cifre
così alte perché, secondo me, nella vita sono le cifre basse che fanno la differenza
e non quelle alte.
D. – Con il suo arrivo alla guida degli "Azzurri", la Nazionale
italiana di calcio ha sottolineato molto l’impegno sociale: impegno contro la criminalità
organizzata, impegno là dove – come il terremoto in Emilia, o in Abruzzo - ci sono
bisogni della gente. Proseguirete con questo stile?
R. – Il nostro obiettivo
era quello di riavvicinare la gente alla maglia azzurra, con entusiasmo, con partecipazione
e con il calore che la gente deve avere nei confronti di una squadra di calcio e soprattutto
nei confronti della Nazionale. I giocatori hanno sempre risposto bene, con grande
sensibilità tutte le volte che abbiamo proposto qualche iniziativa. Sono convinto
che la Nazionale debba far questo.
D. – Con la Confederations Cup lei
ha anticipato di qualche settimana il Papa in Brasile per la Gmg. Si tornerà in Brasile
a giocare la Coppa del Mondo tra qualche mese. Che idea si è fatto delle proteste
della società brasiliana?
R. – Quando ci sono milioni di persone che manifestano,
soprattutto giovani, bisogna avere una grande attenzione, una grande capacità di leggere
queste proteste. Quello che abbiamo notato è che c’è troppa differenza tra chi sta
bene e chi sta male.
D. – Il calcio, lo sport in generale oggi ha ancora la
forza di far dialogare i popoli e di farli incontrare…
R. – Il calcio dovrebbe
essere questo: un veicolo. Senza determinati comportamenti trasmettiamo poco.
D.
– Alcuni valori religiosi come possono arricchire il mondo dello sport e il calcio?
R.
– Personalmente penso che possano aiutare nei momenti di grandissima tensione; per
capire che non bisogna prendersi troppo sul serio perché ci sono tanti altri problemi
più importanti di quello che stai facendo. Bisogna poi dare un incoraggiamento a quelle
squadre e nei confronti di quei giocatori che attraversano un momento di particolare
difficoltà. Anche nel calcio ci possono essere momenti di sconfitta ma anche una grande
solidarietà.
D. – Un pensiero per l’Argentina, che poi è il Paese di Papa Francesco…
R.
– In Italia abbiamo talmente tanti rappresentanti argentini – più o meno 50 giocatori
che giocano nel campionato italiano – e ci assomigliamo molto caratterialmente. È
una Nazionale ricca di giocatori di grande talento e di grande qualità. Hanno il giocatore
più forte al mondo: Messi. Per noi sarà un piacere cercare di batterli. Sono convinto
che possiamo regalare uno spettacolo molto bello.