Si riaccende la tensione tra Madrid e Londra per la sovranità su Gibilterra, l’enclave
del Regno Unito nell’estremo Sud della Spagna. Ad innescare il nuovo scontro, lacostruzione da parte delle autorità britannichedi una barriera in mare
per rafforzare la pista dell’aeroporto, ma che secondo il governo iberico danneggia
i pescatori spagnoli e viola le acque territoriali. Come ritorsione Madrid ha intensificato
i controlli alla frontiera e ha annunciato di valutare l'opportunità di ricorrere
alla Corte internazionale dell'Aja. Ma quali soluzioni giuridiche offrono gli organismi
internazionali? Marco Guerra lo ha chiesto a Natalino Ronzitti, docente
di diritto internazionale all’Università Luiss:
R. – Ci sono
molti fori che potrebbero esser presi in considerazione per quanto riguarda la controversia
territoriale: in primo luogo potrebbe essere la Corte internazionale di giustizia,
ma per poter andare davanti alla Corte ci vuole un compromesso ed ovviamente i due
Stati devono essere d’accordo. La Spagna ha impostato questa questione da tempo come
una questione di decolonizzazione: Gibilterra non è il solo territorio ad avere uno
status del genere; ricordiamoci anche che il Regno Unito ha seguito una politica diversa
con Hong Kong che è stata restituita nel 1997 alla Cina; Hong Kong però conserva uno
statuto particolare. Quindi, le soluzioni negoziali ci sono. L’altra possibilità per
la Spagna è di portare la questione all’attenzione delle Nazioni Unite nell’ambito
dell’Assemblea generale e trattare il problema come una questione di decolonizzazione:
la Spagna sostiene che il popolo di Gibilterra non è un popolo autoctono e quindi
non ha diritto di esprimersi con un referendum per l’autodeterminazione. In questo
caso però il territorio fa parte della Spagna, ma deve essere trattato come una parte
staccata dalla Spagna e che in questo momento ne inficia la sua integrità territoriale;
mentre il Regno Unito sostiene che ci sia un trattato di cessione del 1713 e che,
quindi, ha la sovranità su questo territorio. Ci sono poi altri piccoli problemi:
il trattato di cessione non riguardava alcune piccole porzioni di territorio di cui
si è appropriato il Regno Unito, ma a quei tempi la conquista era un modo legittimo
di acquisto della sovranità territoriale a differenza di oggi.
D. – La questione
della pesca è al centro della disputa di questi giorni. Quali soluzioni offre il diritto
internazionale?
R. – Le soluzioni sono offerte dalla convenzione delle Nazioni
Unite sull’estensione delle acque territoriali; quindi, se si tratta esclusivamente
di una questione di pesca – ma non si tratta solo di questo - ci sono
dei fori specializzati, come il Tribunale internazionale per il diritto del mare di
Amburgo. I mezzi ci sono ma ovviamente ci vuole la buona volontà delle parti.
D.
– La Spagna ha paventato anche l’ipotesi di applicare un dazio molto pesante alla
frontiera e sta intensificando anche i controlli…
R. – Qui si pone un problema:
credo che Gibilterra sia fuori dall’area Schengen, così come il Regno Unito; quindi,
i controlli possono essere effettuati però non devono essere troppo intrusivi che
finiscono per violare il principio della libera circolazione all’interno dell’Unione
Europea. Sotto questo profilo la questione potrebbe essere portata addirittura di
fronte alla Corte di giustizia dell’Unione Europea; cosa che credo stia “adombrando”
il Regno Unito.