2013-08-13 20:06:49

Egitto. Lacrimogeni sui dimostranti pro-Morsi. Fratelli Musulmani pronti a negoziare


In Egitto i Fratelli Musulmani hanno annunciato la loro disponibilità condizionata a partecipare ai colloqui per mettere fine alla crisi politica. Rinviato inoltre da parte dell’esercito lo sgombero dei sit-in dei sostenitori dell’ex presidente Morsi. Ciononostante neanche oggi sono mancati i disordini. La polizia ha disperso con gas lacrimogeni dimostranti islamisti in un quartiere centrale del Cairo. Il servizio è di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

E’ attraverso l’uso di gas lacrimogeni che la polizia egiziana ha disperso gli scontri avvenuti oggi in un quartiere centrale del Cairo tra residenti e sostenitori dell’ex presidente Mohamed Morsi. I disordini erano iniziati – secondo quanto riferito da funzionari della sicurezza - dopo che un gruppo di giovani ha cominciato a lanciare pietre e bottiglie contro un corteo di manifestanti dei Fratelli Musulmani che stanziava davanti alla sede del ministero degli Affari religiosi in segno di protesta contro il prolungamento di 15 giorni – deciso ieri - degli arresti del loro leader Morsi. Nonostante ciò proprio oggi segnali di distensione sono giunti dalla Fratellanza che si è detta disponibile a colloqui a patto che siano condotti nei giusti termini. Un portavoce degli islamisti ha spiegato che dovranno basarsi sul “ripristino della legittimità costituzionale” e che sarà accettata la mediazione offerta dalla grande moschea di al-Azhar, la più importante istituzione teologica musulmana sunnita.

Intanto, mentre sono stati nominati i nuovi governatori provinciali, il fronte della protesta si è spaccato. Il partito dei salafiti, al-Nour, infatti ha dichiarato di non opporsi più ad una riforma della Costituzione. Su questo punto, Davide Maggiore ha chiesto un commento a Stefano Torelli, ricercatore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale:RealAudioMP3

R. - La risposta più facile sarebbe quella che si tratta di una mossa tattica, perché, comunque, già nel corso di questa crisi, la componente salafita ha dato prova più di una volta di agire in maniera abbastanza opportunistica e di passare da un fronte all’altro della politica egiziana. Sicuramente, in questo momento i salafiti ritengono che possa essere funzionale alla loro causa il fatto di appoggiare - seppur con alcune obiezioni - questo processo di scrittura della costituzione. Però, non è detto che alla fine poi i salafiti non si tirino indietro qualora dovessero emergere dei nuovi ostacoli, come già del resto è accaduto qualche settimana fa.

D. - Quindi non possiamo automaticamente considerare questa mossa come un segnale di maggiore stabilità per le autorità transitorie?

R. - Per il momento si, però non penso si possa trattare di un cambiamento definitivo che porti poi ad una stabilità strutturale del Paese. Per poter riportare l’ordine nel Paese la componente da coinvolgere nel dialogo è soprattutto quella della Fratellanza musulmana. I salafiti, in questo momento, stanno giocando un ruolo un po’ ambiguo. A loro conviene staccarsi in parte dalla Fratellanza musulmana per creare una differenziazione all’interno del mondo dell’islam politico e poter essere considerati una parte - nonostante tutto - moderata. Ds’altro canto però, questa può essere anche una mossa volta - appunto - a conquistare magari più sostegno, però poi non per forza potrà essere mantenuta. La vera componente da coinvolgere - ripeto - dovrebbe proprio essere quella della fratellanza musulmana.

D. - L’altro annuncio importante che arrivato è quello sulla nomina dei governatori delle province; 20 dovrebbero essere nuovi …

R. - Questa è proprio la prova di come l’attuale governo stia un po’ smantellando il sistema che era sorto l’anno scorso. Dobbiamo ricordare che il governo ha ribadito che Morsi resta in custodia cautelare. Con questa situazione, la posizione della fratellanza si è ormai polarizzata al punto tale che difficilmente arriverà a dialogare con chi, ai suoi occhi, ha deposto il loro presidente eletto.

D. - Quali sono adesso le prospettive dei Fratelli musulmani?

R. - Soprattutto alla luce del momentaneo coinvolgimento dei salafiti nel dialogo, loro sembrerebbero del tutto esclusi dal gioco politico. Adesso, si dovrà vedere come evolverà la situazione e se la Fratellanza accetterà di rimanere ai margini, cosa che per il momento non sta accettando. Rimanendo fuori, sicuramente continuerà a rivendicare un ruolo: fino a che gli verrà negato creerà disordine nel Paese.







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