Sant’Anna di Stazzema ricorda le vittime del 1944. Grasso: ferita ancora aperta
Ricorre oggi, 12 agosto, l’anniversario del massacro di Sant’Anna di Stazzema (Lucca),
un atto terroristico di rappresaglia che, nel 1944, durante l’occupazione nazista,
costò la vita a 560 civili, soprattutto anziani, donne e bambini. ''Rinnovare la memoria
significa reiterare un'alleanza tra le passate e le future generazioni fondata sulla
consapevolezza che insieme possiamo evitare che si ripropongano i tanti orrori del
Novecento”: così afferma il presidente del Senato Pietro Grasso in un messaggio inviato
al sindaco di Stazzema, in cui parla del massacro “come di una ferita ancora aperta
per il nostro Paese e per l’Europa intera”. "Nessun popolo - ha poi aggiunto - può
dimenticare le sofferenze del passato. Esse hanno segnato indelebilmente la nostra
coscienza civile. Le inchieste giudiziarie possono essere archiviate, come ha fatto
la Procura di Stoccarda nell'ottobre scorso. Ma nulla - ha concluso Grasso - potrà
mai fermare il nostro ricordo". Il massacro di Sant’Anna di Stazzema risale al 1944
quando, per impedire i contatti tra la resistenza partigiana e il villaggio, i soldati
del III Reich, aiutati dai fascisti collaborazionisti, rastrellarono la popolazione
del villaggio di Sant’Anna per rinchiuderla nei fienili e massacrarla brutalmente
a colpi di mitragliatrice e bombe a mano; il fuoco ha poi cancellato le tracce del
massacro. A morire furono soprattutto donne, bambini e anziani, perché gli uomini
avevano trovato rifugio nel bosco nella speranza che i soldati non si sarebbero accaniti
sugli inermi del villaggio. Sulla vicenda si è chiuso nel 2005 il processo del tribunale
militare di La Spezia che ha indicato il fatto come un atto terroristico premeditato,
condannando all’ergastolo 10 ex Ss legate al massacro. (A cura di Davide Pagnanelli)