2013-08-12 14:56:43

Debito pubblico record in Italia, spread ai minimi da due anni. Quadrio Curzio: governo vada avanti


Il debito pubblico in Italia fa segnare un novo record negativo: a giugno è aumentato di 0,6 miliardi, raggiungendo i 2.075 miliardi. Secondo Bankitalia, le entrate tributarie sono tuttavia in aumento del 21,5% rispetto al 2012, pari a 46,3 miliardi. L’incremento del debito nei primi sei mesi riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro. La buona notizia è che lo "spread", il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi è sceso a 247 punti base, segnando i minimi da due anni a questa parte, con un tasso sul decennale sceso al 4,17%. Ne parla l’economista Alberto Quadrio Curzio al microfono di Elisa Sartarelli:RealAudioMP3

R. – La notizia è certamente rassicurante, anche perché in questo momento la situazione politica italiana continua ad essere piuttosto turbolenta. Io penso che i conti pubblici italiani siano in ordine, malgrado il nostro alto debito pubblico. Mi auguro si possa avere un ulteriore miglioramento sul tasso dei nostri decennali, che presto possa andare sotto il 4 per cento, e questa sarebbe veramente una soglia, non solo psicologica, di grande rilevanza.

D. – Si allentano, quindi, le tensioni sul debito pubblico italiano?

R. – I mercati certamente si stanno tranquillizzando molto ed è anche conferma, tutto ciò, del fatto che il downgrading posto in essere, alcune settimane fa, da una delle agenzie di rating non ha avuto alcun effetto negativo sulla quotazione dei nostri titoli. Maggior tranquillità, dunque, e maggiore affidamento dei titoli di Stato italiani.

D. – Quali sono le prospettive economiche del Paese?

R. – Le prospettive del Paese rimangono preoccupanti, soprattutto perché i livelli di disoccupazione sono molto alti, come peraltro lo sono in tutta l’eurozona. Con un tasso di disoccupazione del 12,50% bisogna essere preoccupati, bisogna subito fare qualcosa per contrastare una disoccupazione giovanile del 25% nell’eurozona e di quasi il 40% in Italia. Questo “subito” vuol dire anche con una durata nel tempo. Tutto ciò sarà possibile se il Governo Letta, che ha ben impostato delle misure di contenimento della disoccupazione, potrà proseguire nella sua opera.

D. – I dati più recenti sul debito pubblico, sul fabbisogno e sull’andamento delle entrate tributarie modificano le precedenti valutazioni?

R. – Non ritengo che le modifichino sia perché l’andamento delle entrate è molto buono, soprattutto in una fase di recessione, sia perché una parte di aumento del fabbisogno è dovuta agli obblighi che l’Italia ha contratto per i vari fondi salva Stati europei, ai quali noi contribuiamo; ed infine, comunque, una parte dell’incremento di fabbisogno è liquidità che viene trattenuta dal Tesoro. Quindi, complessivamente gli elementi addizionali non modificano i giudizi precedenti, che a mio avviso confermano che sui mercati vi è una notevole tranquillità, con riferimento ai nostri titoli di Stato. Il che è quanto importa maggiormente oggi.







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