Un asilo per i bambini disabili dell’Etiopia: la nuova iniziativa di Cbm
Un asilo per i bambini disabili della città di Nazret in Etiopia. E’ l’opera inaugurata
nei giorni scorsi grazie all’impegno di Cbm Italia, le Missioni Cristiane per i
Ciechi nel Mondo. L’asilo, che prende il nome di St. Anthony, è uno dei
pochissimi asili dell’Etiopia in cui i bambini disabili possono giocare con tutti
gli altri bambini. Per una testimonianza su questa importante iniziativa, Alessandro
Gisotti ha intervistato il dott. Mario Angi, presidente di Cbm Italia,
di ritorno dall'Etiopia:
R. – E’ un asilo
che includerà, insieme a bambini normodotati di un campo profughi, anche bambini con
handicap visivo e ortopedico. Quindi è un asilo che permetterà l’inserimento di bambini
con disabilità insieme alla comunità di bambini normali.
D. – Può raccontarci
la gioia dei bambini di questo posto?
R. – Noi ci appoggiamo ad una comunità
di suore francescane che hanno già con noi altri asili e altri ospedali. Queste suore
ci hanno fatto la richiesta di potere attrezzare un asilo da 250 posti per una comunità
di persone rifugiate che loro servono con un centro di salute. La cosa interessante
di questo progetto è che aiutiamo i bambini con handicap attraverso progetti di riabilitazione
su base comunitaria. Questi bambini molto spesso sono nascosti, perché in Africa chi
è malato è considerato quasi maledetto, e il fatto di non vedere, il fatto di avere
un handicap è considerato una maledizione. Quindi, gli operatori di Cbm "scovano"
e identificano questi bambini con handicap e li indirizzano alla riabilitazione e
adesso all’istruzione, cioè all’alfabetizzazione attraverso questo asilo.
D.
– C’è qualcosa in particolare che l’ha colpita di questa giornata passata tra questi
bambini, in Etiopia?
R. – L’asilo viene anche dalla donazione di una famiglia
che ha perso un figlio di 18 anni, la famiglia Lovison. Attraverso gli amici di questo
ragazzo, Marco, che è morto per un incidente di moto, sono stati raccolti fondi per
costruire questo asilo. Quello che mi ha colpito è stato l’abbraccio della comunità
locale etiope con il figlio rimasto e con i genitori di questo ragazzo che è morto:
ci siamo tutti commossi perché è stato un grosso impegno per noi di Cbm e un grosso
impegno anche da parte della famiglia e degli amici di Marco, che hanno permesso di
raccogliere i fondi e di costruire questo asilo in memoria di questo ragazzo morto.
D.
– Cbm non si ferma: c’è qualche progetto per il prossimo futuro che vorrebbe evidenziare?
R.
– Un progetto che mi sta molto a cuore: aiutare i bambini poveri del Terzo Mondo anche
in Italia attraverso la Caritas. Stiamo cercando e ottenendo un accordo con i centri
salute della Caritas per affiancarla come Cbm, per fornire uno screening visivo ed
eventualmente una correzione dei difetti di vista dei bambini poveri, sia figli di
extracomunitari sia poveri italiani. Questo è un grosso progetto che dovrebbe partire
in autunno.