2013-08-11 09:58:44

Un asilo per i bambini disabili dell’Etiopia: la nuova iniziativa di Cbm


Un asilo per i bambini disabili della città di Nazret in Etiopia. E’ l’opera inaugurata nei giorni scorsi grazie all’impegno di Cbm Italia, le Missioni Cristiane per i Ciechi nel Mondo. L’asilo, che prende il nome di St. Anthony, è uno dei pochissimi asili dell’Etiopia in cui i bambini disabili possono giocare con tutti gli altri bambini. Per una testimonianza su questa importante iniziativa, Alessandro Gisotti ha intervistato il dott. Mario Angi, presidente di Cbm Italia, di ritorno dall'Etiopia:RealAudioMP3

R. – E’ un asilo che includerà, insieme a bambini normodotati di un campo profughi, anche bambini con handicap visivo e ortopedico. Quindi è un asilo che permetterà l’inserimento di bambini con disabilità insieme alla comunità di bambini normali.

D. – Può raccontarci la gioia dei bambini di questo posto?

R. – Noi ci appoggiamo ad una comunità di suore francescane che hanno già con noi altri asili e altri ospedali. Queste suore ci hanno fatto la richiesta di potere attrezzare un asilo da 250 posti per una comunità di persone rifugiate che loro servono con un centro di salute. La cosa interessante di questo progetto è che aiutiamo i bambini con handicap attraverso progetti di riabilitazione su base comunitaria. Questi bambini molto spesso sono nascosti, perché in Africa chi è malato è considerato quasi maledetto, e il fatto di non vedere, il fatto di avere un handicap è considerato una maledizione. Quindi, gli operatori di Cbm "scovano" e identificano questi bambini con handicap e li indirizzano alla riabilitazione e adesso all’istruzione, cioè all’alfabetizzazione attraverso questo asilo.

D. – C’è qualcosa in particolare che l’ha colpita di questa giornata passata tra questi bambini, in Etiopia?

R. – L’asilo viene anche dalla donazione di una famiglia che ha perso un figlio di 18 anni, la famiglia Lovison. Attraverso gli amici di questo ragazzo, Marco, che è morto per un incidente di moto, sono stati raccolti fondi per costruire questo asilo. Quello che mi ha colpito è stato l’abbraccio della comunità locale etiope con il figlio rimasto e con i genitori di questo ragazzo che è morto: ci siamo tutti commossi perché è stato un grosso impegno per noi di Cbm e un grosso impegno anche da parte della famiglia e degli amici di Marco, che hanno permesso di raccogliere i fondi e di costruire questo asilo in memoria di questo ragazzo morto.

D. – Cbm non si ferma: c’è qualche progetto per il prossimo futuro che vorrebbe evidenziare?

R. – Un progetto che mi sta molto a cuore: aiutare i bambini poveri del Terzo Mondo anche in Italia attraverso la Caritas. Stiamo cercando e ottenendo un accordo con i centri salute della Caritas per affiancarla come Cbm, per fornire uno screening visivo ed eventualmente una correzione dei difetti di vista dei bambini poveri, sia figli di extracomunitari sia poveri italiani. Questo è un grosso progetto che dovrebbe partire in autunno.







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