2013-08-11 08:34:16

Giornata di preghiera per il Centrafrica. L'arcivescovo di Bangui: Paese al collasso, spadroneggiano i ribelli del Seleka


Nella Repubblica Centrafricana si è celebrata ieri la Giornata nazionale di preghiera per la pace indetta dai leader religiosi locali. Il Paese è sprofondato nella violenza e nell’insicurezza dopo la cacciata del presidente Bozizé da parte dei ribelli della coalizione "Seleka". L’Onu ha affermato che nel Centrafrica ormai non esistono più sistema giudiziario, polizia e servizi sociali: il segretario generale Ban Ki-moon ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di varare delle sanzioni mirate contro i ribelli. Preoccupa molto anche la situazione umanitaria, come spiega – al microfono di Thomas Chabolle – l’arcivescovo di Bangui, Dieudonné Nzapalainga:RealAudioMP3

R. – La grande préoccupation humanitaire actuellement c’est …
La grande preoccupazione, in ambito umanitario, in questo momento riguarda la sanità: da tanti mesi molte persone si sono rifugiate nelle foreste; alcune di loro sono malate di aids: possono sopravvivere solo se curate con gli antiretrovirali e invece sono costrette a nutrirsi di radici. In tanti stanno morendo. Ci sono persone che sono state morse dai serpenti e a causa dell’insicurezza che regna nelle città non possono venire in ospedale, ma anche se venissero, troverebbero i medici ma non i medicinali. Poi c’è il problema dell’istruzione: sono molti i ragazzi che non possono più andare a scuola.

D. – C’è poi anche la situazione drammatica di molti rifugiati stranieri in Centrafrica …

R. – Comme vous le savez …
Come lei sa, ci sono i profughi che vengono dalla Repubblica Democratica del Congo, poi ci sono i profughi sudanesi … Nella situazione attuale, questi rifugiati si sentono abbandonati. Alcuni sono costretti a vendere i vestiti e le pentole per poter comprare cibo e acqua … In quale catastrofe, in quale dramma abbiamo precipitato questi esseri umani quando invece avremmo dovuto aiutarli! Queste persone finora hanno potuto sopravvivere grazie all’intervento delle Ong, ma ora, nell’attuale situazione di insicurezza, tutte le organizzazioni umanitarie se ne sono andate e queste persone sono abbandonate a loro stesse …

D. – I miliziani del "Seleka" continuano a saccheggiare e spadroneggiare indisturbati nel Paese: chi li comanda?

R. – Le Séléka est composé de plusieurs groupes …
"Seleka" è composto di diversi raggruppamenti e ciascuno ha alla sua testa propri responsabili ma non esiste una vera gerarchia tra di loro. Si comportano come dei “signori della guerra”, come se non dovessero rendere conto al governo di Bangui. Ma è giunto il momento di riportare l’ordine e affrontare il vero problema del Paese: la sicurezza, ridare alla gente la possibilità di vivere normalmente. Oggi ci sono tanti ragazzi che girano con le armi: bisogna disarmarli! Ci sono troppe persone che hanno paura di andare a lavorare nei campi e che per questo rimangono a casa, a girare a vuoto … e così la carestia è in agguato per noi tutti.







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