Primarie in Argentina in un clima di protesta sociale: pesa la situazione economica
Argentina al voto questa domenica per le elezioni primarie nazionali, premessa indispensabile
delle legislative di medio termine previste per ottobre. A causa del particolare sistema
di voto, dalle urne emergeranno anche indicazioni sulla forza dei diversi partiti
in campo, mentre in questi giorni si sono svolte proteste di piazza contro il governo
della presidente Kirchner. Il servizio è di Davide Maggiore:
Dalle primarie
gli osservatori si attendono per lo più una conferma dei candidati sostenuti dai vertici
dei partiti; inoltre gli occhi sono puntati su Buenos Aires, dove è in corsa Sergio
Massa, considerato uno dei possibili candidati d’opposizione alle presidenziali del
2015. La coalizione di governo, da parte sua, vede il voto come un test sulla possibilità,
ad ottobre, di ottenere la maggioranza dei due terzi dei seggi, indispensabile per
un’eventuale modifica della Costituzione. Tra gli argomenti in grado di mobilitare
l’elettorato ci sono quelli legati alla sicurezza, ma soprattutto le questioni economiche.
Dopo un anno in cui i dati ufficiali hanno fissato la crescita del prodotto interno
lordo all’1,9%, le autorità contano che questa cifra salga al 3,5 % a fine 2013. Dall’altro
lato, anche l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe crescere, di oltre il 20%, per
il quarto anno consecutivo. Il tema del potere dì’acquisto dei salari è tra i più
sentiti tra chi protesta in piazza, insieme a quello delle tasse e dei servizi pubblici.
Sulla
situazione del Paese, Davide Maggiore ha intervistato padreGuillermo Ortiz,
responsabile dei programmi in lingua spagnola della Radio Vaticana:
R. - È un momento
di crisi che va avanti da molto tempo, soprattutto perché l’Argentina è molto frammentata,
con una grande crescita dei poveri e la mancanza di lavoro. E lo vediamo, ad esempio,
con la Festa di San Cayetano, celebrata il 7 agosto scorso, dove la gente andava a
chiedere al santo pane e lavoro.
D. - In questa situazione sono arrivati messaggi
da parte della Chiesa. Uno di questi messaggi è quello del presidente della Conferenza
episcopale, mons. Arancedo...
R. - Il presidente della Conferenza episcopale
invita ad una partecipazione alla votazione, perché la fede deve arricchire la società.
È molto importante la partecipazione dei cattolici, dei cristiani a questa votazione.
Soprattutto perché il cristiano può portare questa dimensione della cultura dell’incontro.
Qual è il problema? Se ognuno lavora per gli interessi propri o per interessi corporativi
si va verso la divisione, la frammentazione del Paese. E in questo senso, la Festa
di San Cayetano è stata molto importante perché diventa una denuncia sociale perché
fa vedere quanta gente ha bisogno di lavoro e quanto sia cresciuta la povertà. Il
Papa parla della cultura dell’incontro; incontrarsi, guardarsi, vedere che ci sono
altri che hanno più problemi di noi.
D. - Anche l’attuale arcivescovo di Buenos
Aires ha insistito su questo elemento del creare una cultura dell’incontro …
R.
- Mons. Poli ha invitato ad ascoltare il Papa quando dice di mettere fine a questa
divisione fra gli argentini. Ha detto inoltre una cosa molto importante: non perdere
il coraggio e la forza per risolvere tutti questi problemi, cercando la speranza in
questa cultura dell’incontro.