Movimento dei Focolari: 50 vescovi riuniti in Brasile nel segno della Gmg di Rio
“L’amore scambievole: alla scuola della Trinità”: è il titolo che esprime il cuore
del Vangelo e della spiritualità dell’unità dei Focolari, punto focale dell’annuale
convivenza fraterna vissuta in questi giorni da 50 vescovi di 4 continenti che hanno
fatto propria questa spiritualità. Quest’anno si sono riuniti in Brasile, presso il
Centro nazionale dei Focolari che sorge a Vargem Grande Paulista, avendo partecipato,
la maggior parte, alla Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Tra i presenti
l’arcivescovo di Bangkok, Francis X. Kriengsak Kovithavanij, attuale moderatore dei
vescovi, i cardinali João Braz De Aviz, prefetto del dicastero vaticano per la vita
consacrata e Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Praga. Dal Brasile, il servizio
di Carla Cotignoli:
Gioia e gratitudine
per quanto lo Spirito Santo oggi opera nella Chiesa: è quanto i vescovi hanno espresso,
dopo la Gmg alle prime battute dell’incontro. Si era aperto con il rinnovamento di
un patto: vivere, in profonda comunione con il Papa, quell’amatevi come io ho amato
voi, pronti a dare la vita, come chiesto dal comandamento nuovo di Gesù. Di qui
quell’esperienza viva della collegialità affettiva ed effettiva vissuta con particolare
intensità in questi giorni in cui si sono alternati: scambio di esperienze del Vangelo
e degli influssi nelle diocesi, riflessioni sui nuovi impulsi dati da Papa Francesco,
approfondimenti teologici e spirituali alla luce dell’"Amore scambievole, alla Scuola
della Trinità”, come titolava il tema presentato in video conferenza dalla presidente
dei Focolari, Maria Voce, in cui richiamava le ispirazioni iniziali di Chiara Lubich.
“C’è un nuovo che sta agendo: lo Spirito Santo che chiama la Chiesa a ri-formarsi”,
aveva affermato il teologo Hubertus Bleimaiser. E’ il continuo richiamo del Papa.
Quale il contributo dei vescovi? Ne ha parlato il teologo Brendan Leahy, neo vescovo
di Limerick, in Irlanda: “Alla scuola di un carisma che è dono dello Spirito Santo
– ci lasciamo forgiare per essere innanzitutto noi stessi a livello personale, riformati
nel nostro essere e non solo a livello individuale, ma anche come vita comunionale
tra di noi. E quando ritorniamo nelle nostre diocesi portiamo dentro di noi un’esperienza
vitale del Vangelo vissuto che poi cerchiamo di vivere con altri. La riforma parte
sempre da una nuova esperienza di Dio che uno fa. Vivendo insieme alla luce di questo
carisma facciamo un’esperienza di Dio e poi viene comunicata al di là di noi in tutti
i rapporti”.