2013-08-09 16:34:13

Al via la 66.ma edizione del Festival del cinema di Locarno


Si è aperta a Locarno la 66.ma edizione del Festival del cinema. Fino al 17 agosto, la nota località svizzera ospiterà importanti autori ma anche registi esordienti e giovani attori. Al microfono di Daniel Ienciu il neo direttore artistico del festival Carlo Chatrian:RealAudioMP3

R. - Il Festival del film di Locarno ha una lunga tradizione dietro di sé. E' un festival che è nato qualche anno dopo Venezia; è nato anche per presentare dei film che in quell’epoca in Italia erano difficili da far vedere. Nel corso della sua storia ha sempre mantenuto la vocazione a perlustrare il presente e il passato: il presente, attraverso la presentazione di film in concorso di cinematografia o di autori che di volta in volta sono stati scoperti, e il passato perché fin dagli anni Sessanta le retrospettive sono state uno dei punti forti del festival. Queste due linee, questo dialogo tra passato e presente, rappresenta ancora l’identità del Festival, perlomeno nelle mie intenzioni. Penso che se il Festival di Locarno - come gli è riconosciuto - è un festival che guarda in avanti, che cerca di scoprire i registi, di lanciarli, per fare questo è altrettanto importante guardarsi alle spalle cioè vedere cosa abbiamo dietro di noi, e vedere come quest’arte del cinema - che è un’arte di raccontare il mondo e che viene sempre detta come morente - in realtà si rinnova sempre e si rinnova quindi su un doppio binario. Racconta da dove veniamo per farci vedere magari dove andremo.

D. - Quali sono le tematiche proposte?

R. - Il Festival si sviluppa su una decina di sale che programmano dal mattino alla sera, dalle 9 fino a mezzanotte; quindi i film presentati in due giorni sono più di 50, con le repliche ovviamente … E se vogliamo uno dei temi che attraversa il Festival, proprio grazie all’autore al quale dedichiamo la retrospettiva quest’anno che è George Cukor, un grandissimo autore di commedie, è anche uno sguardo sulle relazioni tra gli uomini sulle relazioni, tra i sessi e all’interno della famiglia.

D. - Per far vivere il Festival al di là della sua abituale programmazione lei, a marzo scorso, aveva organizzato tre giorni di incontri, di riflessioni e proiezioni. In quell’occasione aveva affermato che occorre ripensare il cinema: sta succedendo questo?

R. - Di fatto è il cinema che ripensa sé stesso. Come tutte le arti, il cinema è in evoluzione. Ripensa sé stesso perché i mezzi di produzione cambiano. In questi ultimi anni sono cambiati in modo molto rapido e anche drastico. Sono cambiati anche gli strumenti attraverso cui i film possono essere visti. Sicuramente oggi la sala cinematografica è solamente uno dei passibili veicoli; penso non solo al dvd, ma soprattutto a tutta l’esplosione delle possibilità su internet. Evidentemente, quando si organizza un festival bisogna tener conto di questo scenario cambiato. Penso che i festival abbiano ancora moto da dire, non solo perché presentano in prima mondiale - come si dice - certi film, ma anche permettono una cosa che invece sulla rete o anche nelle sale è difficile: l’incontro.







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