2013-08-08 14:46:10

Obama andrà al G20 ma non incontra Putin, dopo l’asilo di Mosca a Snowden


Si discute delle relazioni tra Russia e Stati Uniti dopo che Obama ha annullato l'incontro bilaterale con Putin, previsto in occasione della sua trasferta per il G20 di San Pietroburgo il 5 e 6 settembre, in segno di protesta per la vicenda Snowden. La Casa Bianca ricorda “la deludente decisione” della Russia di concedere asilo temporaneo all’ex-contractor di un'agenzia di intelligence americana ricercato per spionaggio, rifiutando la richiesta Usa di estradizione. Il Cremlino ha risposto che “gli Usa non sono pronti a costruire relazioni con la Russia su basi paritarie". Obama parla di richiami alla Guerra Fredda. Fausta Speranza ne ha parlato con Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento:RealAudioMP3

R. – Due cose sono importanti: primo, domani ci sarà comunque un incontro tra i ministri degli Esteri russo e americano e anche della Difesa. Naturalmente, si discuterà della questione di Snowden, si discuterà delle altre questioni. Però, il fatto che questo non sia stato annullato è già un fatto estremamente importante. Poi, è stato annullato, sì, il rapporto bilaterale privato tra Putin e Obama, ma non è stato assolutamente annullato direttamente – perché così non si poteva – l’incontro del G20 a settembre a San Pietroburgo, a cui saranno presenti i presidenti, i ministri degli Esteri, i ministri della Difesa. Quindi, è una mossa, sì, a sorpresa, ma molto più di forma che di sostanza.

D. – Dal 2009, era partito il progetto “Reset”, con le migliori intenzioni da una parte della Clinton, Segretario di Stato Usa, dall’altra di Lavrov, ministro degli Esteri russo. Ma a che punto siamo? Si è tutto arenato?

R. – Ma, io non credo. Certo, mi ha sorpreso l’affermazione del presidente Obama quando dice: “La Russia è tornata ai tempi della guerra fredda”. In un modo o nell’altro, la guerra fredda tra le due grandi potenze c’è sempre stata. In un modo o in un altro, continua a esserci. Bisogna dire che il caso Snowden è un caso particolare, che ha anche del paradosso, nel senso che Snowden – che si è presentato come paladino della libertà denunciando le “malefatte” del sistema di difesa nazionale americano – poi alla fine ricevuto questo asilo temporaneo da una nazione che, negli ultimi tempi, non è che si sia dimostrata essa stessa paladina della libertà... Altre questioni sono al momento sospese – la Siria, per esempio – e questo rallenta i rapporti di definitiva pacificazione tra Russia e Stati Uniti.

D. – Ecco, parliamo proprio delle questioni in cui Stati Uniti e Russia non possono non avere le mani in pasta insieme. Parliamo della Siria ma parliamo anche del previsto ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan…

R. – Forse, la questione più seria è la questione della Siria, perché l’Afghanistan è una questione più personale degli Stati Uniti: gli Stati Uniti dovranno sbrigarsela un po’ da soli, perché lì la Russia è rimasta un po’ a guardare, anche per un’alleanza storica con l’Iran e per gli interessi che l’Iran ha verso quell’area. La questione siriana è più complicata, perché non c’è solo la Russia: c’è l’Iran, c’è Israele…

D. – Professore, è davvero la prima volta che un leader americano cancella un incontro già fissato? Davvero non ci sono stati altri momenti simili da dopo la Guerra Fredda?

R. – Sì, ci sono state forti tensioni, ma si è sempre evitata una cosa del genere, e forse ora è come cogliere un po’ la palla al balzo per una presa di posizione. Cioè: il fatto che una nazione come la Russia accolga una persona come Snowden a questo punto gioca forse più a favore degli Stati Uniti che della Russia stessa.

D. – Che cosa possiamo dire della società civile russa e di quella americana: hanno davvero superato la mentalità da Guerra fredda? Nella sensibilità diffusa ci sono atteggiamenti che in qualche modo "supportano" gli atteggiamenti rispettivamente di Putin e di Obama ed emergono eventualmente in questa vicenda?

R. – Io ho difficoltà a parlare dell’opinione pubblica russa, perché non so come identificarla. Mentre è abbastanza chiaro che ci siano delle lobby di pressione nella società americana che possono essere gli intellettuali, i giornalisti, le lobby etniche... Nel caso della Russia, ho qualche difficoltà a individuarle perché la società russa è terribilmente spaccata a metà tra chi ha molto e chi non ha nulla che sicuramente chi non ha nulla certo non sta a preoccuparsi della questione di spionaggio o altro. Sicuramente, la Russia ha problemi diversi e forse un’idea di libertà e di opinione pubblica completamente diversa dalla società occidentale.







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