Latte contaminato: la Cina blocca le importazioni dalla Nuova Zelanda
Viene definita ormai la “guerra del latte”. I Paesi importatori di prodotti caseari
dalla Nuova Zelanda hanno interrotto gli approvvigionamenti dopo che il colosso neozelandese
Fonterra, azienda leader del settore, ha ritirato dal commercio una grande partita
di latte e derivati contaminata da botulino. La Fonterra rassicura, tuttavia, i consumatori
e fa sapere che non c’è nessun rischio per chi ha acquistato i prodotti della società,
molti destinati al consumo di minori. Ma intanto la vicenda ha causato il momentaneo
blocco degli scambi. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Stefano Vergine,
giornalista free lance, che sta seguendo da Sidney gli sviluppi della situazione:
R. - Sicuramente
è una vicenda che cambia le carte in tavola, perché la Nuova Zelanda è il maggiore
esportatore al mondo di latte. La principale società neozelandese, che è anche la
principale società al mondo del settore, la Fonterra, ha annunciato il ritiro dal
mercato di circa mille tonnellate di prodotti sparsi in sette Paesi del mondo tra
cui anche la Cina, che è il mercato principale per la società e per la Nuova Zelanda.
Per capirci, l’esportazione di prodotti derivati dal latte valgono per la Nuova Zelanda
sette miliardi di euro all’anno, cioè quasi il sei percento del Pil del Paese e circa
il 90% di questo latte va a finire in Cina. Quindi una chiusura del commercio con
la Cina significa un grosso contraccolpo per l’intera Nuova Zelanda. Le conseguenza
più pesanti ci sono state in Russia e in Cina, dove tutti e due i Paesi hanno bloccato
le importazioni. È abbastanza normale come reazione, visto soprattutto quello che
è successo nel 2008 in Cina, quando una partita di latte avariato, in quel caso prodotto
da aziende locali, causò la morte di sei bambini.
D. - Il fatto che siano legati
a questa vicenda grandi Paesi, che tipo di ricaduta può creare a livello di commercio
internazionale?
R. - Sicuramente dal punto di vista del commercio internazionale,
questo può essere un momento importante. Bisognerà vedere se in particolare la Cina
e anche la Russia riprenderanno a importare prodotti derivati dal latte dalla Nuova
Zelanda. In caso contrario, è probabile che Paesi concorrenti cerchino di inserirsi
in quello che è un business miliardario. Basta dire che Fonterra ha un fatturato annuo
pari al 90 % della produzione neozelandese di latte.