Siria: i ribelli denunciano l’utilizzo di armi chimiche da parte del regime
Siria. Il presidente Assad ha respinto il tentativo di far partire negoziati di pace
a Ginevra. Intanto nel Paese si continua a combattere, mentre cresce la preoccupazione
per la sorte di padre Paolo Dall’Oglio, scomparso da una settimana. Il servizio è
di Salvatore Sabatino:
Sul conflitto
in Siria torna ad allungarsi l’ombra delle armi chimiche. Sarebbero state utilizzate
dal regime, secondo l’opposizione, durante un attacco sferrato su Douma, sobborgo
di Damasco. Su Internet sono stati diffusi filmati che documentano i soccorsi prestati
alle vittime, tutti con problemi respiratori. Quello delle armi chimiche è già da
mesi considerata dagli Stati Uniti la linea rossa da non superare per evitare un intervento
internazionale. Di qui l’importanza di avere osservatori Onu che possano verificare
il loro reale utilizzo. Il regime, la scorsa settimana, ha detto sì al loro ingresso
e all’ispezione di tre siti. Ora bisognerà attendere la comunicazione circa la data
in cui tutto questo sarà possibile. Intanto nel Paese si continua a combattere. Un
elicottero lealista ha attaccato un gruppo di miliziani armati in fuga al confine
con il Libano, in direzione del quale ha anche sparato almeno tre salve di cannoncino:
lo ha denunciato l'agenzia di stampa libanese Ann. Infine i gesuiti del Medio Oriente
esprimono “profonda inquietudine” per la sorte di padre Paolo Dall'Oglio, scomparso
nel Nord del Paese da una settimana, forse rapito da gruppi jihadisti operanti nell'area.
Nella nota i auspicano che “si ponga presto fine a questa prova" e che "padre Paolo
possa ritrovare i suoi al più presto”.