2013-08-05 20:36:36

Legge contro l’omofobia. Manif pour tous torna in piazza a difesa della libertà di opinione


Il neonato movimento Manif pour Tous Italia torna in piazza per chiedere che sia garantita la libertà di espressione, preservata l’unicità del matrimonio tra uomo e donna, difeso il diritto del bambino ad avere un padre e una madre. Secondo gli organizzatori che si dicono contrari ad ogni forma di umiliazione nei confronti delle persone omosessuali, è concreto il rischio che la legge contro l'omofobia, allo studio del Parlamento, possa mettere a repentaglio in Italia il diritto alla libertà di opinione e alla libertà religiosa. Paolo Ondarza ha intervistato il portavoce di Manif pour Tous Italia Gianfranco Pillepich:RealAudioMP3

R. - La premessa che facciamo sempre è che siamo contrari ad ogni tipo di manifestazione omofoba. Però, con questa legge che sta per essere discussa, è assolutamente a rischio la libertà di espressione; questo è il vero punto cruciale.

D. - Vogliamo ricordare qual è il passaggio di questa legge secondo il quale, secondo voi, sarebbe a rischio la libertà di opinione?

R. - Sì. Qualunque associazione o privato sarebbe perseguibile con la reclusione fino a quattro anni qualora manifesti discriminazione di superiorità di qualsivoglia tipo rispetto a razza, religione o comportamento sessuale.

D. - La legge non chiarendo bene, ad esempio, cosa si intenda per discriminazione basata su superiorità, incriminerebbe chi definisse il matrimonio come prerogativa di un uomo e di una donna?

R. - Esatto, oppure chi volesse specificare l’unicità, cioè l’essere unico, - come il matrimonio tra uomo e donna - che potrebbe essere interpretata come superiorità. Quindi, questo metterebbe a rischio anche la libertà di espressione della Chiesa cattolica anche se, ci teniamo a dire, che la nostra è una posizione aconfessionale -oltre che apolitica - perché riguarda la coscienza di ciascuno.

D. - Sui volantini che avete distribuito si legge: “Svelato l’inganno”. Qual è l’inganno?

R. - L’inganno è fare di nascosto in un contesto politico, sociale, di crisi come quello italiano, ad agosto, una cosa che oggettivamente non serve. Oggi, la giurisdizione attuale punisce già ogni tipo di discriminazione.







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