2013-08-04 14:52:11

Somalia: un seme di speranza nei progetti Intersos di rientro dei profughi a Mogadiscio e Galkayo


In Somalia, malgrado i miliziani fondamentalisti di al-Shabaab continuino a colpire obiettivi governativi e internazionali, una tendenza incoraggiante è rappresentata dal ritorno alle comunità di origine di numerosi rifugiati e sfollati interni. Con questi ultimi lavora anche l’Ong italiana Intersos, che partecipa ad un progetto di rientri dai campi delle città di Galkayo e Mogadiscio. A Nairobi, Davide Maggiore ha intervistato Andrea Martinotti, project manager del programma: RealAudioMP3

R. - Gli stessi beneficiari che noi supportiamo hanno espresso la volontà di ritornare nei loro villaggi di origine a seguito del cambiamento positivo che c’è stato negli ultimi anni e di un governo che sta sempre più prendendo piede in Somalia. Da lì inizia un processo sia con la comunità che con le autorità locali, in cui vengono identificate delle persone, dei leader in questi campi, che vengono supportati per avere un viaggio nei villaggi di origine per capire le reali condizioni nei loro villaggi: come sono i servizi di base, se ci sono problemi di terra, se ci sono problemi di clan… I beneficiari devono prendere una decisione informata, se tornare a casa o meno.

D. - Poi, per chi appunto decide di aderire al rientro, c’è la fase che avviene direttamente sul campo, con il supporto soprattutto all’agricoltura e all’allevamento…

R. - Il pacchetto assistenza che Intersos distribuisce all’inizio è composto da accessori per la casa - quindi anche teli di plastica, pentole, piatti, bicchieri, coperte materassi… - semi ed attrezzi per l’agricoltura. Ovviamente l’approccio che ha Intersos è quello di lungo periodo. E’ molto importante che, una volta nei villaggi di origine, i beneficiari abbiano accesso ovviamente ai servizi di base. Intersos sta adesso implementando un progetto di “cash for work”, in cui 900 beneficiari lavorano su delle opere pubbliche. In questi giorni stiamo distribuendo anche capre, perché molte delle comunità che noi assistiamo hanno anche bestiame.

D. - Quindi lo scopo finale è quello di rendere autosufficienti queste comunità?

R. - Questo per Intersos è fondamentale soprattutto perché in queste comunità, prima di essere sfollate, avevano questo stile di vita. Quindi nel lungo periodo è importantissimo che la sostenibilità di un ritorno venga garantita tramite agricoltura e bestiame.

D. - Avete già avuto delle relazioni positive in questo progetto?

R. - Dopo un paio di mese, si fa un controllo incrociato per vedere se le famiglie rimangono nei villaggi di origine o se, invece, ritornano a Mogadiscio o a Galkayo. Finora abbiamo riscontrato che le famiglie rimangono nei villaggi di origine: alcuni giovani della famiglia si muovono ogni tanto nelle località di Mogadiscio e Galkayo, ma comunque tornano sempre nei villaggi di origine.

D. - Quali sono, invece, le sfide principali che bisogna affrontare all’interno di un programma del genere?

R. - Un problema che Intersos riscontra soprattutto nei villaggi di origine - visto che comunque al-Shaabab è ancora presente - è l’accesso direttamente al villaggio. Le autorità locali supportano nel 90 per cento dei casi Intersos e il nostro staff in questo programma, come anche negli altri.







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