Il teologo Mokrani: da Papa Francesco nuove energie per il dialogo tra cristiani e
musulmani
“Dobbiamo formare i nostri giovani a pensare e parlare in modo rispettoso delle altre
religioni e dei loro seguaci”: è uno dei passaggi chiave del messaggio che Papa Francesco
ha indirizzato, ieri, ai musulmani di tutto il mondo in occasione della fine del Ramadan.
Un gesto molto significativo, come sottolinea il teologo musulmano Adnane Mokrani
al microfono di Alessandro Gisotti:
R. – Innanzitutto,
come musulmano sono molto contento di ricevere questo messaggio di pace e di auguri
da un grande Papa. Già il suo nome – Francesco – indica l’interesse verso il dialogo
interreligioso: San Francesco è un simbolo del dialogo con i musulmani. E dunque,
la scelta stessa del nome è stata un segno positivo per il dialogo interreligioso.
E poi è la prima volta che un Papa firma una lettera così viva, così bella, aperta,
un appello al rispetto reciproco come base comune dell’amicizia; poi, un appello ai
giovani di rispettare le altre religioni, i leader delle altre religioni …
D.
– Papa Francesco che viene da pochissimi giorni dall’esperienza entusiasmante della
Gmg di Rio si rivolge proprio con particolare attenzione ai giovani, alla loro formazione,
all’educazione …
R. – Questa attenzione particolare ai giovani è molto importante:
educare i giovani al dialogo, alla convivenza, ai valori comuni per una umanità più
pacifica, più accogliente … Secondo me, questo è un lavoro comune, un impegno comune
che deve essere l’obiettivo del dialogo interreligioso per i prossimi anni.
D.
– Come vengono visti nel mondo musulmano – guardando anche ai media – questi gesti
di cordialità, di attenzione da parte di Papa Francesco verso i fedeli dell’Islam?
R.
– Io credo che ricevano un’accoglienza abbastanza positiva, nonostante che il mondo
islamico oggi sia preso da tanti problemi e sfide, e quindi i mass media sono più
interessati a quello che sta succedendo in Egitto, in Tunisia e in Siria: è un momento
assai difficile. Ma secondo me, questo messaggio può incoraggiare le persone che stanno
lavorando nel campo del dialogo interreligioso, ad andare avanti, ad avere speranza
e a trovare nuove energie. Secondo me, è un messaggio che dà speranza e aiuta le persone
che lavorano in questo campo.