2013-08-03 14:19:14

Chiusi al traffico i Fori imperiali: un'area archeologica unica al mondo


E' operativa a Roma la chiusura al traffico privato del tratto compreso tra largo Corrado Ricci e il Colosseo, per dare il via alla pedonalizzazione dei Fori Imperiali. E in serata la "Notte dei Fori" sancirà la partenza del progetto voluto dal sindaco, Ignazio Marino. Potrebbe diventare il parco archeologico più grande al mondo, il cui valore è indiscutibile, al di là della polemiche e dei dubbi che il progetto suscita. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Niente più auto e moto, il grande cuore archeologico della capitale, un’area unica al mondo per estensione e significato, torna ad essere una passeggiata nella storia, da fare a piedi o in bici, per curiosare tra sepolcri, mercati e basiliche che raccontano la vita di secoli, tra Palatino ed Esquilino. Prima una zona paludosa, poi un foro con i suoi primi edifici politici, giudiziari e religiosi, finché Cesare non decise di cambiare le cose, come racconta Romolo Augusto Staccioli, docente di Storia e Archeologia dell’Italia antica:

“I Fori Imperiali cominciano proprio per iniziativa di Cesare, che per ampliare l’antico foro, cioè la grande piazza centrale della città, fece costruire, adiacente all’antico, un nuovo foro, cioè una nuova piazza porticata con un tempio e così via, che in qualche modo ampliasse l’area del vecchio foro, insufficiente alle necessità della città in continua espansione”.

I successori di Cesare fecero lo stesso, fino alla sontuosa opera di Traiano, nel II sec. d.C., e il risultato fu una sorta di odierno centro direzionale, dove si decidevano anche le sorti del mondo, visto che l’Impero, ai tempi di Traiano, era esteso su tre continenti.

“C’è anche questo da tenere in considerazione, perché in alcune delle strutture, degli edifici, delle installazioni di questi fori si svolgevano compiti di particolare importanza, per quanto riguarda il governo non solo della città, ma anzi, soprattutto dello Stato e cioè dell’Impero”.

Ma come e chi viveva nell’area dei Fori?

“Si poteva transitare, essendo piazze porticate, circondate di portici, sotto i quali si poteva passeggiare e ci si poteva intrattenere, ci si poteva incontrare e si potevano svolgere funzioni, a volte anche di carattere privato. Sotto alcuni di questi portici erano esposte opere d’arte, sculture, come per esempio nel Foro di Augusto. Erano, quindi, anche dei musei. C’era una grande possibilità di usufruire di questi spazi pubblici da parte di tutta la popolazione. La vita privata in casa era una prerogativa soprattutto delle grandi famiglie, dei ricchi. In genere, la popolazione, i cittadini del ceto medio e, a maggior ragione, i più poveri vivevano in gran parte all’aperto”.

Ma quanto resta ancora da scoprire in questa immensa area archeologica? Ancora il prof. Staccioli:

“Da scoprire non c’è molto. Del resto, gli ultimi scavi che sono stati condotti hanno confermato tutto questo, perché la parte ancora sepolta, quella cioè attraversata da via dei Fori Imperiali è costituita, rappresentata dagli spazi aperti, dalle piazze vere e proprie, dove non ci poteva essere molto, qualche monumento forse di secondo ordine. Tutto sommato, quindi, le cose principali, i resti degli edifici più importanti sono stati tutti rimessi in luce, scoperti, e c’è ancora ben poco da scoprire. Salvo, com’è successo per il Foro di Nerva, trovare quelli che sono i resti delle fasi posteriori alla fine del mondo antico, il momento dell’abbandono di queste grandi piazze monumentali e della riutilizzazione molto parziale di alcune strutture”.

Da qui, l’unicità di uno spazio archeologico, che tutto il mondo invidia alla capitale italiana.







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