Siria: esplode deposito armi ad Homs, decine di morti; ispettori Onu pronti a partire
Non cessa l'ondata di sangue nei territori siriani: 40 le vittime e 120 i feriti per
un'esplosione in un deposito di armi di Homs. Intanto l'esercito giordano ha sequestrato
un grande quantitativo di munizioni al confine. I caschi blu dell'Onu si preparano
a partire. Il punto, nel servizio di Federica Baioni.
Le forze armate
giordane hanno sequestrato una grande quantità di armi e munizioni al confine settentrionale
con la Siria. L'annuncio è stato dato con un comunicato dell'esercito diffuso dalla
televisione di Stato. Arrestati anche i contrabbandieri, la cui identità non è stata
resa nota. Partiranno, invece, tra qualche giorno gli ispettori Onu incaricati di
verificare l'eventuale uso di armi chimiche nel conflitto siriano. A riferirlo è Martin
Nesirky, un portavoce delle Nazioni Unite. In totale all'Onu sono arrivate 13 denunce
di presunti casi in cui sarebbero state usate armi proibite. Mentre continua senza
sosta la scia di sangue nel Paese, sono almeno 40 le persone uccise nell'esplosione
di un deposito di munizioni delle forze lealiste a Homs, colpito da alcuni razzi lanciati
dai ribelli. I feriti sarebbero 120. Le stime arrivano dall' Osservatorio siriano
per i diritti umani che cita fonti mediche sul posto. L’esplosione è avvenuta nel
quartiere di Wadi al Thahab, a maggioranza alawita, come il presidente Bashar al Assad.
Colpiti dai razzi lanciati dagli insorti anche i quartieri di Akrama e Al Zahra. La
deflagrazione è documentata in un video diffuso dai ribelli. L'arsenale apparteneva
alle forze fedeli al presidente Assad, che negli ultimi giorni hanno condotto un'avanzata
verso il centro della città.