Rohani: Israele, ferita che va rimossa. Netanyahu: Iran, minaccia per la pace
Sale la tensione a Teheran dove, come ogni anno in occasione della giornata di al-Quds,
milioni di persone sono scese in piazza in solidarietà con il popolo palestinese,
in coincidenza dell’ultimo venerdì del mese sacro del Ramádan, scandendo slogan contro
Israele e contro gli Stati Uniti. La giornata fu creata nel 1979 dagli ayatollah.
Alla manifestazione ha parlato anche il neopresidente Rohani, il cui governo – composto
da 10 ministri del fronte conservatore, 12 moderati e 6 riformisti – s’insedierà domenica,
presentandosi in Parlamento per ottenere il voto di fiducia. “Israele rappresenta
una vecchia ferita sul mondo musulmano che va rimossa”, ha detto, esprimendo anche
dubbi sulla ripresa dei negoziati di pace israeliano-palestinesi a Washington, definendo
Israele “un corpo estraneo” che nei colloqui “ha una buona opportunità di paludarsi
da attore pacifico, laddove la sua natura continua a essere quella dell’aggressore”.
Immediata la reazione di Tel Aviv attraverso il premier Netanyahu, secondo cui oggi
Rohani ha mostrato il suo “vero volto”. “Anche se gli iraniani tenteranno di smentire
queste dichiarazioni – ha detto – ciò è effettivamente quello che quest’uomo pensa
e il piano di questo regime”. Netanyahu ha poi invitato il mondo ad aprire gli occhi:
“In Iran il presidente è cambiato, ma l’obiettivo resta quello di dotarsi di armi
nucleari per minacciare Israele, il Medio Oriente e la pace e la sicurezza mondiali”.
(R.B.)