2013-08-02 13:41:47

Il card. Tauran: messaggio del Papa segno del grande rispetto per i fedeli dell’Islam


Il Messaggio di Papa Francesco ai musulmani per il Ramadan rappresenta un’iniziativa di grande rilevanza per il dialogo con l’Islam: é quanto sottolinea il cardinale Jean-Louis Tauran. Intervistato da Hélène Destombes, il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso mette l’accento sul grande rispetto che Jorge Mario Bergoglio ha sempre avuto per i fedeli musulmani:RealAudioMP3

R. – C’est une initiative qui lui est tout à fait personnelle. Il a voulue par-là …
E’ un’iniziativa tutta sua, personale. Credo che con essa egli abbia voluto manifestare il grande rispetto che ha per i fedeli dell’Islam. Io ricordo, per esempio, che qualche anno fa egli aveva inviato un sacerdote dell’arcidiocesi di Buenos Aires al Cairo per studiare l’arabo, perché voleva una persona che fosse capace, che fosse ben formata in particolare per il dialogo con l’Islam. Così, in questo suo primo anno di Pontificato e nel contesto attuale, ha voluto indicare chiaramente che il dialogo interreligioso, e in particolare il dialogo con l’Islam, rappresenti una delle priorità del suo ministero.

D. – Il tema di quest’anno è “La promozione del rispetto vicendevole attraverso l’educazione”. Papa Francesco sottolinea l’importanza di evitare la critica ingiustificata o diffamatoria e, al tempo stesso, l’importanza di riconoscere un rispetto particolare ai capi religiosi e ai luoghi di culto. Ci si possono riconoscere riferimenti specifici a situazioni precise?

R. – Sans aucun doute, sans aucun doute. Voyez, je crois que le Papa, comme nous …
Senza alcun dubbio! Vede, io credo che il Papa, come noi tutti d’altronde, è consapevole del fatto che in realtà non ci conosciamo abbastanza. Nonostante tutti gli sforzi compiuti, dobbiamo imparare a rispettarci, a rispettare le nostre fedi, i nostri riti, i nostri luoghi di culto e in questo ambito è evidente che i capi religiosi hanno una grande responsabilità nella formazione dei loro fedeli. Mi pare che il Papa insista molto su questo aspetto del rispetto vicendevole. Purtroppo, quello che mi sembra un po’ deludente nel dialogo tra cristiani e musulmani è che noi abbiamo fatto grandi sforzi, in questi ultimi anni, e abbiamo ottenuto piccoli risultati ma questi non sono mai stati recepiti a livello di legge e nemmeno al livello di norme amministrative. Quindi sarà necessario fare un ulteriore grande sforzo per conoscerci meglio, apprezzarci maggiormente per non considerarci dei rivali, ma persone alla ricerca di Dio.

D. – Dall’ultimo messaggio di quasi un anno fa, sono accadute molte cose. Da un lato, i cattolici hanno un nuovo Papa, dall’altro in molti Paesi a maggioranza musulmana – come l’Egitto, la Tunisia e la Siria – le tensioni si sono esasperate. In alcuni di questi Paesi vivono comunità cristiane importanti che hanno paura, a volte anche tanta paura. Questi due aspetti si riflettono in questo messaggio o nel lavoro del dicastero che lei guida?

R. – Oui, dans les deux cas. Je crois que souvent on confond, en Europe, …
Sì, in tutti e due gli ambiti. Credo che in Europa spesso si confondano islamismo e Islam, e nemmeno si può negare che il fondamentalismo sia un nemico comune. Quindi è necessario fare uno sforzo di intelletto, di cultura e questo non può essere se non nella misura in cui i capi religiosi siano consapevoli della gravità della situazione e abbiano la volontà comune di migliorarla. E tutto questo passa per la scuola, per l’università, per la fiducia vicendevole, per l’amicizia; altrimenti rimarremo sempre in una condizione di potenziale inimicizia … Invece, più la situazione è difficile più si impone il dialogo.

D. – L’eccezionalità di questo messaggio – l’abbiamo detto – sta nel fatto che esso porti la firma del Papa…

R. – Je crois que le Pape François se situe dans la ligne du Pape Benoît XVI. …
Mi sembra che Papa Francesco si inserisca sulla scia di Papa Benedetto XVI. Non bisogna dimenticare, infatti, che Papa Francesco succede ad un Papa che credo sia stato il Papa che, in questo secolo, ha più parlato di Islam; un Papa che ha visitato tre moschee … Credo quindi che Francesco sia determinato a seguire questa linea di collaborazione mutua, di desiderio – nonostante le difficoltà – di conoscersi meglio. Più la situazione è difficile e più è necessario parlare: credo ce questa sia una costante ed una convinzione radicata in questo Papa, come lo era nel suo predecessore.

D. – La continuità, in definitiva… e quindi è in questa forma che può avvenire il cambiamento, secondo l’approccio di Papa Francesco?

R. – Le premier jour de son pontificat, lorsqu’il a parlé avec une délégation de …
Il primo giorno del suo Pontificato, quando ha ricevuto una delegazione di musulmani, è stato estremamente cordiale. Qualche giorno fa abbiamo ricevuto un’altra delegazione, e anche in questa occasione è stato estremamente cordiale. Tutti sono colpiti dalla sua semplicità: ma questo non significa che sia “naïf”. E’ chiaramente consapevole delle difficoltà, ma lui è gentile; ovviamente è preoccupato di non dimenticare i cristiani che soffrono in alcuni Paesi a maggioranza musulmana, senza dimenticare peraltro quei musulmani che a volte sono fatti oggetto di discriminazione in altri Paesi. Credo che sia un uomo al tempo stesso molto dolce, molto semplice ma anche molto consapevole delle difficoltà: non è un “naïf”.

D. – Al di là delle dichiarazioni di buoni intenti e dei rapporti positivi che si possono rilevare a diversi livelli, la realtà sul terreno a volte è difficile. Cosa si può fare per educare al rispetto e quindi allentare le tensioni?

R. – Je crois d’abord qu’il faut aider les journalistes car je pense que les mass médias … Credo che innanzitutto sia necessario aiutare i giornalisti, perché penso che i mezzi di comunicazione di massa abbiano una grande importanza; è necessario aiutare i giornalisti a informare bene e ad informarsi bene. Poi, attraverso l’insegnamento della religione nelle scuole e nelle università, bisogna far cadere i pregiudizi. In realtà, la maggior parte dei problemi nasce dall’ignoranza. Ripeto spesso che siamo riusciti ad evitare lo scontro delle culture: cerchiamo ora di evitare lo scontro delle ignoranze.

D. – Come vediamo, l’Islam politico e il fondamentalismo sono ben lontani dal raccogliere consensi unanimi, compresi gli stessi Paesi musulmani, soprattutto in questi. Lei è preoccupato per il futuro di questi Paesi e per quello dei loro vicini, come il Libano e la Giordania?

R. – Sans doute, parce que vous savez, le mal est contagieux …
Certamente, perché il male è contagioso … Anche il bene, però, e per questo bisogna cercare di far prevalere il bene sul male! Ma non c’è dubbio che l’evoluzione alla quale assistiamo sul terreno non può che suscitare preoccupazione. Infatti, è chiaro che tutti questi conflitti non sono causati dalla religione o dalle religioni: però, la loro soluzione prevede una dimensione religiosa.







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