2013-08-02 15:35:39

Festa del Perdono. Mons Sorrentino: l'indulgenza è misericordia sovrabbondante di Dio


Festa del Perdono ad Assisi: migliaia i pellegrini giunti al Santuario della Porziuncola, tra di loro anche i partecipanti alla 23.ma edizione della Marcia Francescana. A presiedere la Messa, il vescovo della città umbra, mons. Domenico Sorrentino. All'evento è legato il dono dell’indulgenza plenaria che San Francesco chiese e ottenne dal Papa nel 1216. Ma cosa lo spinse a farlo e quale è il significato dell’indulgenza? Gabriella Ceraso lo ha chiesto proprio a mons. Sorrentino:RealAudioMP3

R. - Potremmo dire il desiderio di far tutti felici nel Signore. L’indulgenza - lo dice la parola stessa - è espressione di una misericordia sovrabbondante, che non si limita a perdonare i peccati, ma dà poi anche la forza, il coraggio e la perseveranza nell’incominciare un cammino di santità, perché in fondo di questo si tratta. Una misericordia che rende - diciamo - capaci di Paradiso. E di fatti Francesco proprio così si espresse: “Voglio mandarvi tutti in Paradiso”, voglio cioè rendervi tutti pieni di Dio in modo che, incontrando il Signore, abbiate non soltanto il perdono, ma anche una vita piena di Lui, piena di luce. In fondo questa è l’indulgenza: il perdono dei peccati, ma anche di quelle pene che ne derivano e che poi, in sostanza, sono le conseguenze del peccato, quelle che ci rendono anche dopo il perdono, così pesanti nell’aderire al bene. La grazia dell’indulgenza serve, invece, ad alleggerirci, a liberare cioè il nostro cuore da tutti questi detriti.

D. - Quali sono le motivazioni che, tutt’oggi, spingono tanti pellegrini a visitare il santuario, ma soprattutto a chiedere questa grazia?

R. - E’ un gran bisogno della tenerezza di Dio, della sua vicinanza e - attraverso questa esperienza - naturalmente di una riapertura dei giochi della vita e quindi delle relazioni anche con gli altri. Poi ciascuno porta dentro di sé le sue fatiche, le sue speranze, i suoi bisogni: quando si incontra Dio è sempre un mistero…

D. - Perché resta così difficile fare esperienza del perdono, ma anche concedere il perdono?

R. - L’una e l’altra cosa hanno a che fare con la durezza del nostro cuore, che è spesso distratto. Non dimentichiamo che ogni volta che si pecca è un indurimento ulteriore del cuore. C’è veramente bisogno della grazia dello Spirito Santo, che arriva come acqua che scioglie le durezze, che ci fa sentire amati. Ne abbiamo tutti bisogno, ma tante volte ci difendiamo dall’amore. E’ quello che ci sta ricordando Papa Francesco, ce lo sta dicendo tante volte: cerchiamo di non aver paura della tenerezza, sia di quella che dobbiamo esprimere tra di noi, sia di quella che dobbiamo ricevere. In fondo quello che si sperimenta alla Porziuncola in questi giorni santi è questo: è un grande intenerimento alla luce della tenerezza di Dio e anche di una Chiesa che si fa sentire di più vicina e madre.

D. - Termini come misericordia, tenerezza; il termine stesso del perdono, rappresentano quello “stile di Dio” di cui Papa Francesco parla continuamente. Secondo lei perché il Papa insiste tanto e insiste, oggi, su questo?

R. - Il Papa si rende conto di quello che tutti possiamo sperimentare. Siamo in un mondo in cui la tecnologia ha raggiunto i livelli che conosciamo, in cui - pur con tutte le contraddizioni - ci sono tante opportunità che l’uomo del Medioevo, l’uomo del passato non aveva, però siamo tutti piuttosto lontani, distratti, indifferenti. C’è veramente il rischio di una globalizzazione dell’indifferenza - come il Papa ha denunciato - invece della costruzione di un mondo in cui sia globalizzata la solidarietà, la tenerezza, l’accoglienza reciproca. Il Papa legge questo, ma lo leggiamo tutti con lui, perché è un’ evidenza.

D. - Ovviamente quest’anno per voi, ma per tutta l’Umbria, è un anno speciale, perché la preparazione alle celebrazioni francescane del 4 ottobre devono mettere in conto la presenza del Papa quel giorno. Come la stata vivendo, cosa vi siete detti come comunità?

R. - E’ un salto di qualità di tutto questo nostro cammino. Noi naturalmente siamo felicissimi, siamo contenti e siamo certi che la presenza del Papa ci aiuterà a rileggere i messaggi di sempre, che sono però di un’attualità sempre più stringente, e la sua modalità così semplice e efficace di toccare i cuori darà anche alla rilettura del messaggio di Francesco e del messaggio - prima ancora - di Gesù e del Vangelo, un calore inedito.







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