Lampedusa. "Frontex" lancia l'allarme sbarchi. Don Nastasi: evitare l'ingolfamento
del centro
Un segnale preoccupante di una situazione da monitoraggio continuo. Così "Frontex",
l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere, commenta
il dato degli oltre 1300 migranti sbarcati tra Sicilia e Lampedusa la settimana scorsa.
Sull’isola, visitata meno di un mese fa da Papa Francesco, sono giunti i ministri
alle Infrastrutture e alla Difesa, Maurizio Lupi e Mario Mauro. Sulla situazione,
Paolo Ondarza ha intervistato il parroco di Lampedusa don Stefano Nastasi:
R. – Sull’isola
la situazione regge bene, tutto sommato. E’ chiaro che le presenze numerose tante
volte creano difficoltà in centro, perché se il centro è predisposto ad una presenza
massima di 400 persone, quando il numero va oltre quella cifra si crea una difficoltà.
La cosa che bisogna evitare è creare l’ingolfamento all’interno, perché significa
creare ulteriori disagi sia per quei ragazzi (immigrati, ndr.) che per la comunità
isolana, non riuscendo poi a dare risposte concrete e precise ai loro bisogni.
D.
– Solo poche settimane fa la visita di Papa Francesco a Lampedusa ha portato la generosità
degli abitanti dell’isola, così come i problemi dell’isola, sotto i riflettori di
tutto il mondo. Oggi riscontra ancora attenzione?
R. – Sicuramente l’attenzione
c’è e c’è l’interesse di molti nel voler fare qualcosa. E’ pur vero, però, che tra
le buone intenzioni o la buona volontà e la realtà c’è una differenza. Di segnali
positivi, che diano respiro alla quotidianità dell’isola, ancora non ne abbiamo visti.
Ciò che serve all’isola nella vita di ogni giorno è quello di renderla più serena
nella quotidianità. Agire nei momenti delle emergenze è una risposta che può tamponare
qualcosa, ma che non dà risposte concrete ad un bisogno che ti porti dietro da anni.