2013-07-31 15:37:01

Il Papa gesuita celebra la festa di S. Ignazio con i suoi confratelli


RealAudioMP3 Nel giorno della Festa di S. Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, Papa Francesco ha presieduto la Santa Messa alla Chiesa del Gesù a Roma, a cui hanno partecipato oltre duecento suoi confratelli gesuiti, i loro amici e collaboratori. "Servire Cristo è amare questa Chiesa concreta, e servirla con generosità e spirito di obbedienza", ha detto Bergoglio nell'omelia. Spesso c'è la tentazione di credere in Gesù e nel vangelo ma non nella Chiesa. P. Carlo Casalone SJ, Provinciale d'Italia: "Sì, c'è questa tentazione, soprattutto pensando ad una Chiesa con tante fatiche, tante relazioni bloccate, tante espressioni di distorsione. E' vero però che la Chiesa ha una storia di santità che fa meno rumore ma è più presente. Soprattutto è vero che il vangelo è stato fatto dalla Chiesa e non è concepibile senza la comunità credente che progressivamente si sviluppa come Chiesa. Papa Francesco insiste molto - sottolinea il religioso - che ogni organizzazione ecclesiale, oltre ad avere uno stile in sé semplice, di servizio e di prossimità con la gente, deve anche pensare le proprie strutture organizzative in ordine alla missione, non dunque per celebrare se stessa, per autoaffermarsi, ma solamente in quella logica di decentramento istituzionalizzato, per così dire, che la missione richiede". Citando l'insegnamento di sant'Ignazio nella Prima Settimana degli Esercizi Spirituali, il Papa ha ricordato l'importanza di "chiedere la grazia della vergogna; vergogna che viene dal continuo colloquio di misericordia con il Signore". Commenta P. Casalone: "Papa Francesco ci dice che è bene che riconosciamo il nostro limite e che cerchiamo onestamente di guardare a quelle zone oscure della nostra esperienza umana che hanno a che fare con la vergogna e con la colpa. Sono sentimenti molto profondi che tutti viviamo e che rimangono però sempre scartati dalla condivisione personale. Solo così possiamo uscire dalla paura. Francesco ci ripete queste cose con uno stile disarmante. Il Signore proprio nella nostra vulnerabilità viene a salvarci, non perché siamo bravi o perché ce lo meritiamo". Sulla stagione che oggi vive la Compagnia, il Superiore dei gesuiti ricorda che l'anno prossimo si celebreranno i duecento anni dalla sua ricostituzione dopo la soppressione. "E' una occasione per ripensare se stessa, per rilanciare in modo nuovo il proprio apostolato in un contesto molto impegnativo sul piano internazionale. L'elezione di Papa Francesco ha dato nuovo dinamismo, impulso, entusiamo. La Compagnia cresce nel quadrante sud-orientale del mondo e decresce numericamente in Occidente. Tuttavia questa decrescita numerica non significa che viene meno lo slancio apostolico sulla base degli Esercizi Spirituali che rimangono il nostro carisma". Perché gli Esercizi Spirituali sono così importanti? "Perché sono un cammino di esperienza personale di Dio e non un apprendimento intellettuale di contenuti di fede. Facendo questa esperienza si capisce che il Signore ha da dire una parola a ciascuno, si comprende che si ha a che fare con un Dio che mi parla di cui è possibile tradurre il linguaggio perché sia pertinente con la mia vita e possa muovere tutta la mia vita sulla logica della sequela a Gesù". (a cura di Antonella Palermo)







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