2013-07-30 16:47:01

Padre Dall'Oglio. Rapimento non confermato


RealAudioMP3 L'ultima comunicazione certa di Padre Paolo Dall'Oglio risale alla sera di sabato scorso. L'ultimo messaggio attendibile sul suo profilo twitter risale invece a giovedì 25. Si teme che il gesuita possa essere stato rapito a Raqqa, nel nord della Siria, ad opera di miliziani appartenenti al gruppo di jihadista dello "Stato islamico dell'Iraq e del Levante". Nessuna conferma per ora del sequestro. Della vicenda, dai contorni poco chiari, si sta occupando la Farnesina. P. Dall'Oglio - dichiara una fonte ad Aiuto alla Chiesa che soffre - doveva incontrarsi con alcuni membri del gruppo affiliato ad Al-Qaeda per negoziare la liberazione di un membro di un gruppo dell'opposizione, amico del religioso italiano. "Il silenzio di padre Paolo potrebbe essere legato ai tempi e alle modalità della contrattazione e non ad un rapimento". Con noi Lorenzo Trombetta (www.sirialibano.com), corrispondente Ansa da Beirut, che invita ad usare cautela nel parlare di sequestro. "Ciò che sappiamo è solo che Dall'Oglio aveva appuntamento con il capo del braccio armato iracheno di Al-Qaeda, che negli ultimi mesi ha trovato un nuovo territorio di terrorismo nella vicina Siria. Non sempre queste brigate agiscono in modo coordinato con gli omologhi che sono in Iraq. Del resto, episodi di rapimento di religiosi da parte di Al-Qaeda in Siria finora non sono mai stati rivendicati. E' accaduto alcune volte che milizie che sfruttano la sigla di Al-Qaeda per estorcere denaro, non fossero in effetti così legate a quella matrice". Intanto una nuova ondata di attentati sta sconvolgendo l'Iraq, soprattutto in luoghi a maggioranza sciita: "Una guerra silenziosa - spiega il giornalista - che va avanti da quando gli americani hanno lasciato il paese e di cui ci siamo spesso dimenticati. Da ormai un anno il numero giornaliero degli uccisi è salito ai livelli che si registravano nel biennio 2005-2007, quando c'era un picco di morti davvero drammatico". Da Baghdad, il vescovo ausialire mons. Shlemon Warduni, si dice molto preoccupato: "Qui non c'è misericordia, c'è rancore. Speriamo che stavolta si tratti solo di un tentativo di sottrarre un po' di denaro e non un episodio che nasce dall'odio. Ogni tanto qui in Iraq si riaffaccia la speranza, ma poi la medaglia cambia faccia e cede il posto al dolore, all'uccisione degli innocenti. L'uomo diventa duro di cuore quando non ama Dio. Lo ha detto anche il Papa in Brasile, che quando l'uomo ripone la sua fiducia nei beni materiali, perde tutto". Renzo Guolo, docente di Sociologia delle Religioni all'Università di Padova, riconduce la vicenda di Dall'Oglio al clima di assoluta incertezza che c'è in Siria: "C'è totale destabilizzazione dal punto di vista geopolitico. I due versanti siriano e iracheno sono molto legati. I gruppi jihadisti conducono una tripla guerra: contro il regime sciita a Baghdad o alawita a Damasco, in competizione con le altre forze e anche contro i cristiani, percepiti come emissione del mondo crociato. Purtroppo gli avvenimenti degli ultimi anni minano un tessuto che invece vedeva da migliaia di anni convivere le religioni. E' un serio problema. In questa area geografica assistiamo quindi ad un riesplodere delle tensioni confessionali che hanno a che fare con una distribuzione del potere, poi ci sono le tensioni religiose e poi c'è la calamita siriana che a qualcuno fa pensare che sia possibile instaurare tra la Siria e l'Iraq una sorta di emirato in cui ritentare l'esperienza dello Stato islamico tramontato anche nell'Afghanistan talebano". (a cura di Antonella Palermo)







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