2013-07-30 15:58:15

Circa 55 mila giovani all'incontro vocazionale del Cammino neocatecumenale a Rio


Circa 55 mila giovani del Cammino neocatecumenale, che hanno partecipato alla Giornata mondiale della Gioventù, si sono riuniti ieri nel Centro Congressi di Rio per partecipare all’incontro vocazionale con gli iniziatori del Cammino, Kiko Argüello e Carmen Hernandez, e padre Mario Pezzi. A presiedere l’incontro, mons. João Orani Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro. Erano presenti sei cardinali e circa 70 vescovi. Al termine del momento di preghiera, circa tremila ragazzi hanno manifestato la disponibilità a iniziare un itinerario per diventare sacerdoti e oltre mille ragazze per la vita consacrata. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

"Io continuerò a nutrire una speranza immensa nei giovani del Brasile e del mondo intero: per mezzo loro, Cristo sta preparando una nuova primavera in tutto il mondo. Io ho visto i primi risultati di questa semina, altri gioiranno con il ricco raccolto!”. Con queste parole Papa Francesco aveva salutato il Brasile alla cerimonia di congedo all’aeroporto di Rio, domenica scorsa. Parole che prenderanno corpo in mille modi nei ragazzi venuti a Rio e che in qualche modo sembrano già essersi rese evidenti nell’incontro vocazionale che il Cammino netocatecumenale ha fatto ieri al Centro Congressi di Rio, quando circa tremila ragazzi hanno manifestato la loro disponibilità a diventare sacerdoti e più di mille ragazze alla vita consacrata. Concretamente, lo hanno reso evidente salendo sul palco allestito all’interno del Padiglione 5 del Centro Congressi, al momento delle chiamate vocazionali. Prima, Kiko Argüello aveva annunciato il kerygma, invitando con forza i giovani presenti e quelli che seguivano fuori, dai maxischermi, per motivi di spazio, ad ascoltare e a credere all’annuncio dell’amore di Dio per loro:

“El pecado original nos obliga…
Il peccato originale ci obbliga a vivere la vita in una cosmogonia il cui asse centrale è la mia felicità: tutto lo vivo per la mia felicità. Si potrebbe dire: vivere per se stessi è normale, tutti gli uomini vivono così. Vivere così, solo per te stesso, cercando solo la tua felicità è invece una condanna così grande, così grande, che Cristo ha dato la sua vita affinché l’uomo non viva più per se stesso, ma viva per Cristo, che è morto e risuscitato per lui. Perché? Perché questo è il kerygma, questa è la notizia che ci salva, perché sappiamo che Dio, risuscitando Cristo dalla morte, ci ha mostrato la verità! E qual è la verità? Cristo crocifisso, questo amore che è apparso nella Croce. In questo amore è stato creato l’universo intero… Dio ha mostrato in Cristo la sua essenza e la sua essenza è quella di “Amarti!”. Amarti, amarci… ma amarci in una forma nuova, non di un amore sentimentale, ma un amore fino a dare la vita”.

Questi 55 mila giovani, provenienti da circa 70 paesi come Argentina, Italia, Spagna, Cina, anche Israele, prima di arrivare a Rio per l’incontro con il Papa hanno annunciato il Vangelo dando la loro testimonianza, pregando, cantando e ballando per le strade e le piazze del Brasile, sono entrati perfino nelle favelas, hanno commosso la gente incontrata. E a loro volta sono stati accolti nelle case delle famiglie brasiliane o hanno ricevuto i pasti da loro. Hanno dormito in scuole, palestre o alberghi e sono giunti pieni di gioia. A presiedere l’incontro, l’arcivescovo di Rio, mons. João Orani Tempesta, che dopo il Vangelo, nell’omelia, ha ricordato che Papa Francesco ha chiesto ai giovani di essere rivoluzionari e andare controcorrente:

“O convite do Senaor a todos nós…
L’invito del Signore a tutti noi è che davanti a tutto il mondo dobbiamo guardare i cristiani in quest’ora così importante in cui il Santo Padre ci invia a evangelizzare, ad andare per le strade a proclamare Gesù Cristo e ancor di più rispondendo alla chiamata del Santo Padre per fare questa esperienza di accoglienza, di camminare nel Signore e di accogliere Gesù risorto ed annunciarlo ai nostri fratelli e sorelle. Dire al mondo che coloro che sono morti risorgono in Cristo, coloro che sono senza vita passano ad avere la loro vita illuminata e a camminare con il Signore. Ciascuno di noi è chiamato a essere testimone di quello che il Signore ha fatto nella nostra vita, ha fatto qui, e ad annunciare ai suoi fratelli e sorelle con molta allegria l’apertura e la generosità".







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