Circa 55 mila giovani all'incontro vocazionale del Cammino neocatecumenale a Rio
Circa 55 mila giovani del Cammino neocatecumenale, che hanno partecipato alla Giornata
mondiale della Gioventù, si sono riuniti ieri nel Centro Congressi di Rio per partecipare
all’incontro vocazionale con gli iniziatori del Cammino, Kiko Argüello e Carmen Hernandez,
e padre Mario Pezzi. A presiedere l’incontro, mons. João Orani Tempesta, arcivescovo
di Rio de Janeiro. Erano presenti sei cardinali e circa 70 vescovi. Al termine del
momento di preghiera, circa tremila ragazzi hanno manifestato la disponibilità a iniziare
un itinerario per diventare sacerdoti e oltre mille ragazze per la vita consacrata.
Il servizio di Debora Donnini:
"Io continuerò
a nutrire una speranza immensa nei giovani del Brasile e del mondo intero: per mezzo
loro, Cristo sta preparando una nuova primavera in tutto il mondo. Io ho visto i primi
risultati di questa semina, altri gioiranno con il ricco raccolto!”. Con queste parole
Papa Francesco aveva salutato il Brasile alla cerimonia di congedo all’aeroporto di
Rio, domenica scorsa. Parole che prenderanno corpo in mille modi nei ragazzi venuti
a Rio e che in qualche modo sembrano già essersi rese evidenti nell’incontro vocazionale
che il Cammino netocatecumenale ha fatto ieri al Centro Congressi di Rio, quando circa
tremila ragazzi hanno manifestato la loro disponibilità a diventare sacerdoti e più
di mille ragazze alla vita consacrata. Concretamente, lo hanno reso evidente salendo
sul palco allestito all’interno del Padiglione 5 del Centro Congressi, al momento
delle chiamate vocazionali. Prima, Kiko Argüello aveva annunciato il kerygma,
invitando con forza i giovani presenti e quelli che seguivano fuori, dai maxischermi,
per motivi di spazio, ad ascoltare e a credere all’annuncio dell’amore di Dio per
loro:
“El pecado original nos obliga… Il peccato originale ci
obbliga a vivere la vita in una cosmogonia il cui asse centrale è la mia felicità:
tutto lo vivo per la mia felicità. Si potrebbe dire: vivere per se stessi è normale,
tutti gli uomini vivono così. Vivere così, solo per te stesso, cercando solo la tua
felicità è invece una condanna così grande, così grande, che Cristo ha dato la sua
vita affinché l’uomo non viva più per se stesso, ma viva per Cristo, che è morto e
risuscitato per lui. Perché? Perché questo è il kerygma, questa è la notizia che ci
salva, perché sappiamo che Dio, risuscitando Cristo dalla morte, ci ha mostrato la
verità! E qual è la verità? Cristo crocifisso, questo amore che è apparso nella Croce.
In questo amore è stato creato l’universo intero… Dio ha mostrato in Cristo la sua
essenza e la sua essenza è quella di “Amarti!”. Amarti, amarci… ma amarci in una forma
nuova, non di un amore sentimentale, ma un amore fino a dare la vita”.
Questi
55 mila giovani, provenienti da circa 70 paesi come Argentina, Italia, Spagna, Cina,
anche Israele, prima di arrivare a Rio per l’incontro con il Papa hanno annunciato
il Vangelo dando la loro testimonianza, pregando, cantando e ballando per le strade
e le piazze del Brasile, sono entrati perfino nelle favelas, hanno commosso la gente
incontrata. E a loro volta sono stati accolti nelle case delle famiglie brasiliane
o hanno ricevuto i pasti da loro. Hanno dormito in scuole, palestre o alberghi e sono
giunti pieni di gioia. A presiedere l’incontro, l’arcivescovo di Rio, mons. João
Orani Tempesta, che dopo il Vangelo, nell’omelia, ha ricordato che Papa Francesco
ha chiesto ai giovani di essere rivoluzionari e andare controcorrente:
“O
convite do Senaor a todos nós… L’invito del Signore a tutti noi è che davanti
a tutto il mondo dobbiamo guardare i cristiani in quest’ora così importante in cui
il Santo Padre ci invia a evangelizzare, ad andare per le strade a proclamare Gesù
Cristo e ancor di più rispondendo alla chiamata del Santo Padre per fare questa esperienza
di accoglienza, di camminare nel Signore e di accogliere Gesù risorto ed annunciarlo
ai nostri fratelli e sorelle. Dire al mondo che coloro che sono morti risorgono in
Cristo, coloro che sono senza vita passano ad avere la loro vita illuminata e a camminare
con il Signore. Ciascuno di noi è chiamato a essere testimone di quello che il Signore
ha fatto nella nostra vita, ha fatto qui, e ad annunciare ai suoi fratelli e sorelle
con molta allegria l’apertura e la generosità".