2013-07-28 12:17:31

Veglia Gmg. I giovani: il Papa parla con chiarezza, vogliamo essere apostoli oggi


L'enorme massa di giovani che ha popolato ieri sera il lungomare di Copacabana a Rio, per vivere la Veglia della Gmg con il Papa, stazionava nell'area sin dalle prime ore della mattina, alla ricerca di un posto a favore dei tanti maxischermi predisposti dagli organizzatori. Una folla allegra e insieme capace di attenzione e profondità, come riferisce da Rio Marina Tomarro:RealAudioMP3

“Siate terreno buono, cristiani seri, non part-time o di facciata! Puntate in alto a scelte definitive che diano senso alla vostra esistenza!”. E’ un appello ad abbracciare pienamente la vita lasciandosi guidare dalla volontà di Dio, quello che Papa Francesco rivolge ai giovani durante la Veglia a Copacabana. E poi un invito concreto che ripercorre il tema di questa Gmg, “Andate e fate discepoli tutti i popoli, siate pietre vive del Vangelo!”. Ma i ragazzi come hanno risposto? Ascoltiamo alcuni commenti:

R. – Ricorderò il concetto di essere missionaria. Ho sempre chiesto a Dio che cosa volesse da me e come poter sfruttare i doni che mi ha offerto. Questa sera, mi ha incitato ad andare avanti attraverso la preghiera, l’Eucaristia, ad amare di più il prossimo e ad aiutarlo. Sono medico: non sono in ospedale come un paziente, ma come uno di noi. La disabilità è solo una nostra barriera mentale.

R. – Io sono qui assieme a un gruppo numeroso della Comunità di Sant’Egidio. Siamo qui da tanti Paesi del mondo: Italia, America Latina, Europa e questi giorni – che sono giorni di gioia, di entusiasmo – vogliamo continuare a viverli tornando nelle nostre città e nei nostri Paesi per comunicare a tanti la gioia di essere cristiani, la gioia di vivere il Vangelo, in particolare, insieme a tanti altri.

R. – Innanzitutto, forse un po’ per l’esperienza personale, un po’ per come l’ho vissuta io, il fatto che ci abbia fatto delle domande dirette, dicendoci di parlare con Dio direttamente, di chiedere a Dio che cosa Lui vuole da noi, di confidarci con Lui sia quando sbagliamo sia quando siamo nel giusto. Quindi, di chiedere sempre a Lui, in questo dialogo continuo.

R. – Essere missionari, essere discepoli, essere pietre vive nella vita di ogni giorno: credo che questa sia una bella responsabilità che ognuno di noi deve assumersi e che personalmente vorrei assumermi nella vita di ogni giorno, nell’amore verso i poveri, nell’amicizia con tutti e nel ricordo di tante situazioni di sofferenza intorno a noi e lontano da noi.

D. – In questi giorni, Papa Francesco ci ha donato tante parole: ci sono parole che ti sono rimaste particolarmente nel cuore?

R. – Quelle di mettere fede e speranza e amore in ogni cosa: questo è quello che mi ha colpito di più, che è veramente vivere quel Vangelo dell’amore per i piccoli, per i poveri, per i sofferenti che Gesù ci insegna a vivere.

R. – Prima di tutto, credere fortemente che attraverso il nostro Battesimo noi siamo inviati a fare discepoli in tutto il mondo. Non avere paura di diffondere questo tesoro che è Cristo e che non può rimanere nascosto nei nostri cuori.

R. – Mi hanno colpito le parole del Papa quando ha parlato del nostro Campo, che nonostante le rocce, le spine che possano esserci, ci si possano trovare spazi per far germogliare i semi che vengono da Dio. E’ stato consolante, poi, il fatto che ha utilizzato immagini molto chiare: mi hanno aiutato molto ad andare in profondità di quello che intendeva trasmetterci.

D. – “Andate e fate discepoli tutti i popoli”, ci ha detto Papa Francesco. E tu, come rispondi a questo invito?

R. – Che sicuramente è il modo migliore per poterla vivere più in profondità, la propria fede, quello di trasmetterla, di vedere che oltre che nella propria vita può produrre effetti straordinari nella vita degli altri. La possibilità di poter trasmettere la propria fede, il proprio dono è un modo straordinario per poterla vivere sempre più in profondità.







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