Veglia Gmg. I giovani: il Papa parla con chiarezza, vogliamo essere apostoli oggi
L'enorme massa di giovani che ha popolato ieri sera il lungomare di Copacabana a Rio,
per vivere la Veglia della Gmg con il Papa, stazionava nell'area sin dalle prime ore
della mattina, alla ricerca di un posto a favore dei tanti maxischermi predisposti
dagli organizzatori. Una folla allegra e insieme capace di attenzione e profondità,
come riferisce da Rio Marina Tomarro:
“Siate terreno
buono, cristiani seri, non part-time o di facciata! Puntate in alto a scelte definitive
che diano senso alla vostra esistenza!”. E’ un appello ad abbracciare pienamente la
vita lasciandosi guidare dalla volontà di Dio, quello che Papa Francesco rivolge ai
giovani durante la Veglia a Copacabana. E poi un invito concreto che ripercorre il
tema di questa Gmg, “Andate e fate discepoli tutti i popoli, siate pietre vive del
Vangelo!”. Ma i ragazzi come hanno risposto? Ascoltiamo alcuni commenti:
R.
– Ricorderò il concetto di essere missionaria. Ho sempre chiesto a Dio che cosa volesse
da me e come poter sfruttare i doni che mi ha offerto. Questa sera, mi ha incitato
ad andare avanti attraverso la preghiera, l’Eucaristia, ad amare di più il prossimo
e ad aiutarlo. Sono medico: non sono in ospedale come un paziente, ma come uno di
noi. La disabilità è solo una nostra barriera mentale.
R. – Io sono qui assieme
a un gruppo numeroso della Comunità di Sant’Egidio. Siamo qui da tanti Paesi del mondo:
Italia, America Latina, Europa e questi giorni – che sono giorni di gioia, di entusiasmo
– vogliamo continuare a viverli tornando nelle nostre città e nei nostri Paesi per
comunicare a tanti la gioia di essere cristiani, la gioia di vivere il Vangelo, in
particolare, insieme a tanti altri.
R. – Innanzitutto, forse un po’ per l’esperienza
personale, un po’ per come l’ho vissuta io, il fatto che ci abbia fatto delle domande
dirette, dicendoci di parlare con Dio direttamente, di chiedere a Dio che cosa Lui
vuole da noi, di confidarci con Lui sia quando sbagliamo sia quando siamo nel giusto.
Quindi, di chiedere sempre a Lui, in questo dialogo continuo.
R. – Essere missionari,
essere discepoli, essere pietre vive nella vita di ogni giorno: credo che questa sia
una bella responsabilità che ognuno di noi deve assumersi e che personalmente vorrei
assumermi nella vita di ogni giorno, nell’amore verso i poveri, nell’amicizia con
tutti e nel ricordo di tante situazioni di sofferenza intorno a noi e lontano da noi.
D.
– In questi giorni, Papa Francesco ci ha donato tante parole: ci sono parole che ti
sono rimaste particolarmente nel cuore?
R. – Quelle di mettere fede e speranza
e amore in ogni cosa: questo è quello che mi ha colpito di più, che è veramente vivere
quel Vangelo dell’amore per i piccoli, per i poveri, per i sofferenti che Gesù ci
insegna a vivere.
R. – Prima di tutto, credere fortemente che attraverso il
nostro Battesimo noi siamo inviati a fare discepoli in tutto il mondo. Non avere paura
di diffondere questo tesoro che è Cristo e che non può rimanere nascosto nei nostri
cuori.
R. – Mi hanno colpito le parole del Papa quando ha parlato del nostro
Campo, che nonostante le rocce, le spine che possano esserci, ci si possano trovare
spazi per far germogliare i semi che vengono da Dio. E’ stato consolante, poi, il
fatto che ha utilizzato immagini molto chiare: mi hanno aiutato molto ad andare in
profondità di quello che intendeva trasmetterci.
D. – “Andate e fate discepoli
tutti i popoli”, ci ha detto Papa Francesco. E tu, come rispondi a questo invito?
R.
– Che sicuramente è il modo migliore per poterla vivere più in profondità, la propria
fede, quello di trasmetterla, di vedere che oltre che nella propria vita può produrre
effetti straordinari nella vita degli altri. La possibilità di poter trasmettere la
propria fede, il proprio dono è un modo straordinario per poterla vivere sempre più
in profondità.