Tre milioni di giovani alla Messa a Copacabana. Il Papa: portare la gioia della fede
per abbattere egoismo e odio nel mondo
Una distesa incredibile di giovani sulla spiaggia di Copacabana: sono tre milioni
i fedeli per la Messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù che si è svolta
sul tema: “Andate e fate discepoli tutte le nazioni”. Al termine della celebrazione,
all’Angelus, Papa Francesco annuncerà dove si svolgerà la prossima Gmg. Partecipano
alla Messa la presidente brasiliana Dilma Rousseff insieme ai colleghi dell'Argentina,
Cristina Fernandez de Kirchner, e della Bolivia, Evo Morales. Durante l’offertorio,
una coppia ha portato all’altare la piccola figlia nata anencefala, cioè priva del
cervello e ancora in vita, nonostante questo tipo di menomazione porti rapidamente
alla morte. Pur potendo scegliere di abortire – in casi simili la legge brasiliana
consente questa opzione – i genitori della bimba hanno deciso di portare avanti la
gravidanza. La loro scelta ha profondamente colpito Papa Francesco, che ha incontrato
ieri questa coppia uscendo dalla cattedrale, e ha chiesto di portare la piccola durante
l’offertorio della Messa come segno di accoglienza e di offerta a Dio della vita.
“Andate
e fate discepoli tutti i popoli”. Con queste parole – ha detto il Papa nell’omelia
– "Gesù si rivolge a ognuno di voi, dicendo: 'È stato bello partecipare alla Giornata
Mondiale della Gioventù, vivere la fede insieme a giovani provenienti dai quattro
angoli della terra, ma ora tu devi andare e trasmettere questa esperienza agli altri'.
Gesù ti chiama ad essere discepolo in missione! Oggi, alla luce della Parola di Dio
che abbiamo ascoltato, che cosa ci dice il Signore? Tre parole: Andate, senza paura,
per servire”.
La prima è Andate. “In questi giorni, qui a Rio, avete potuto
fare la bella esperienza di incontrare Gesù e di incontrarlo assieme, avete sentito
la gioia della fede. Ma l'esperienza di questo incontro non può rimanere rinchiusa
nella vostra vita o nel piccolo gruppo della parrocchia, del movimento, della vostra
comunità. Sarebbe come togliere l'ossigeno a una fiamma che arde. La fede è una fiamma
che si fa sempre più viva quanto più si condivide, si trasmette, perché tutti possano
conoscere, amare e professare Gesù Cristo che è il Signore della vita e della storia
(cfr Rm 10,9)".
"Attenzione, però! Gesù non ha detto: se volete, se avete
tempo andate, ma dice: 'Andate e fate discepoli tutti i popoli'. Condividere l’esperienza
della fede, testimoniare la fede, annunciare il Vangelo è il mandato che il Signore
affida a tutta la Chiesa, anche a te; è un comando, che, però, non nasce dalla volontà
di dominio o dalla volontà di potere, ma dalla forza dell’amore, dal fatto che Gesù
per primo è venuto in mezzo a noi" e ci ha dato "non qualcosa di Sé, ma tutto Se stesso,
ha dato la sua vita per salvarci e mostrarci l’amore e la misericordia di Dio. Gesù
non ci tratta da schiavi, ma da persone libere, da amici, da fratelli; e non solo
ci invia, ma ci accompagna, è sempre accanto a noi in questa missione d'amore”.
Il
Papa pone la domanda: “Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti:
ci invia a tutte le persone. Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per
quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti. E’ per tutte le
persone. Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle
periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore
cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore.
In particolare, vorrei che questo mandato di Cristo: “Andate”, risuonasse in voi giovani
della Chiesa in America Latina, impegnati nella missione continentale promossa dai
Vescovi".
"Il Brasile, l’America Latina, il mondo ha bisogno di Cristo! San
Paolo dice: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16). Questo Continente
ha ricevuto l’annuncio del Vangelo, che ha segnato il suo cammino e ha portato molto
frutto. Ora questo annuncio è affidato anche a voi, perché risuoni con forza rinnovata.
La Chiesa ha bisogno di voi, dell'entusiasmo, della creatività e della gioia che vi
caratterizzano. Un grande apostolo del Brasile, il Beato José de Anchieta, partì in
missione quando aveva soltanto diciannove anni. Sapete qual è lo strumento migliore
per evangelizzare i giovani? Un altro giovane. Questa è la strada da percorrere!”.
La
seconda parola è ‘senza paura’. “Qualcuno potrebbe pensare: “Non ho nessuna preparazione
speciale, come posso andare e annunciare il Vangelo?”. Caro amico, la tua paura non
è molto diversa da quella di Geremia - lo abbiamo ascoltato nella lettura - quando
è stato chiamato da Dio a essere profeta: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare,
perché sono giovane». Dio dice anche a voi quello che ha detto a Geremia: «Non avere
paura [...], perché io sono con te per proteggerti» (Ger 1,7.8). Lui è con noi! “Non
avere paura!”. Quando andiamo ad annunciare Cristo, è Lui stesso che ci precede e
ci guida. Nell’inviare i suoi discepoli in missione, ha promesso: «Io sono con voi
tutti i giorni» (Mt 28,20). E questo è vero anche per noi! Gesù non ci lascia soli,
non lascia mai solo nessuno! Ci accompagna sempre. Gesù poi non ha detto: “Va’” ,
ma “Andate”: siamo inviati insieme".
Il Papa ha proseguito: "Cari giovani,
sentite la compagnia dell’intera Chiesa e anche la comunione dei Santi in questa missione.
Quando affrontiamo insieme le sfide, allora siamo forti, scopriamo risorse che non
sapevamo di avere. Gesù non ha chiamato gli Apostoli perché vivano isolati, li ha
chiamati per formare un gruppo, una comunità. Vorrei rivolgermi anche a voi, cari
sacerdoti che concelebrate con me quest'Eucaristia: siete venuti per accompagnare
i vostri giovani, e questo è bello, condividere questa esperienza di fede! Sicuro
che vi hanno ringiovanito. Il giovane contagia la gioventù. Ma è solo una tappa del
cammino. Per favore, continuate ad accompagnarli con generosità e gioia, aiutateli
ad impegnarsi attivamente nella Chiesa; non si sentano mai soli! E qui voglio ringraziare
di cuore i gruppi della pastorale giovanile, i movimenti e le nuove comunità che accompagnano
i giovani nella loro esperienza di essere chiesa, tanto creativi e tanto audaci. Vadano
avanti e non abbiano paura!”
L’ultima parola: per servire. “All’inizio del
Salmo che abbiamo proclamato ci sono queste parole: «Cantate al Signore un canto nuovo»
(Sal 95,1). Qual è questo canto nuovo? Non sono parole, non è una melodia, ma è il
canto della vostra vita, è lasciare che la nostra vita si identifichi con quella di
Gesù, è avere i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni. La vita di Gesù
è una vita per gli altri. E' una vita di servizio. San Paolo, nella Lettura che abbiamo
ascoltato poco fa, diceva: «Mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior
numero» (1 Cor 9,19). Per annunciare Gesù, Paolo si è fatto “servo di tutti”. Evangelizzare
è testimoniare in prima persona l'amore di Dio, è superare i nostri egoismi, è servire
chinandoci a lavare i piedi dei nostri fratelli come ha fatto Gesù”.
Il Papa
ha concluso l’omelia: “Tre parole: Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste
tre parole sperimenterete che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia
della fede, riceve gioia. Cari giovani, nel ritornare alle vostre case non abbiate
paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il suo Vangelo. Nella prima Lettura
quando Dio invia il profeta Geremia, gli dona il potere di «sradicare e demolire,
distruggere e abbattere, edificare e piantare» (Ger 1,10). Anche per voi è così. Portare
il Vangelo è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza;
per distruggere e abbattere le barriere dell'egoismo, dell'intolleranza e dell’odio;
per edificare un mondo nuovo. Gesù Cristo conta su di voi! Cari giovani, la Chiesa
conta su di voi! Il Papa conta su di voi! Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, vi
accompagni sempre con la sua tenerezza: “Andate e fate discepoli tutti i popoli”.
Amen”.