2013-07-28 13:56:57

Egitto, non si fermano gli scontri. Appelli dal mondo a fermare le violenze


È salito a 72 il bilancio delle vittime della giornata di sangue di ieri in Egitto, mentre gli scontri sono continuati nella notte. Un appello a fermare le violenze viene dalle Nazioni Unite e dagli Stati Uniti, mentre nel Sinai, nelle ultime 48 ore, sono stati uccisi 20 “terroristi armati” e 10 sono stati imprigionati. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

Sono proseguite tutta la notte - e si sono estese dal Cairo ad Alessandria, fino alla cittadina di Port Said, nel canale di Suez, e nella regione del Delta del Nilo di Gharbiya, dove un giovane è rimasto ucciso - le manifestazioni di protesta in Egitto che ieri, nuovamente, sono sfociate nel sangue causando decine di morti e centinaia di feriti. La situazione sembra sia degenerata quando la Fratellanza ha cercato di uscire dal proprio sit-in davanti alla moschea di Rabaa al Adaweya, al Cairo, verso le arterie principali della città, dove ha incontrato l’esercito schierato. Ed è proprio ai militari che arriva il monito del segretario generale dell’Onu, Ban ki-moon, il quale, oltre a condannare il protrarsi delle violenze, chiede la liberazione di Morsi e dei leader dei Fratelli musulmani detenuti. Anche il segretario di Stato americano Kerry ha espresso le preoccupazioni degli Usa per il continuo “massacro” e ha invitato le autorità a rispettare il diritto del popolo alla manifestazione pacifica. In risposta, arrivano le dichiarazioni del ministro dell’Interno egiziano, Ibrahim: “Esercito e polizia hanno il mandato del popolo per combattere chi destabilizza la patria con atti terroristic. Risponderemo con fermezza a ogni attentato contro la sicurezza”.







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