'Vuoi aiutare Gesù a portare la Croce?'. A Rio il Papa interroga i giovani, perché
la Gmg non sia solo emozione
"Non c'è croce,
piccola o grande che sia, della nostra vita, che il Signore non condivida con noi".
Con questo tweet, Papa Francesco, ha riassunto il profondo significato
della Via Crucis svoltasi venerdì 26 luglio sul lungomare di Copacabana,
uno dei momenti tradizionali delle Giornate mondiali della Gioventù
che non poteva mancare anche in questa 28ma edizione in corso a Rio de Janeiro. "Qui
c'è un'atmosfera cordiale e disponibile, la gente che ci ospita è molto affabile",
racconta da Rio don Giancarlo Scotti, responsabile della Pastorale giovanile
per la diocesi di Crema. "Ma, nonostante la pioggia e il freddo, a rendere
i giovani euforici e saldi nell'esperienza di fede è soprattutto la presenza di Papa
Francesco, la risonanza emotiva dei suoi gesti e il suo linguaggio semplice che entra
direttamente nel cuore di chi lo ascolta". "La Gmg si conferma, una volta di più
qui a Rio - aggiunge don Giancarlo - un'esperienza molto forte dal punto di vista
emozionale, e questo potrebbe essere un rischio". "Ma le parole del Papa, le liturgie,
le catechesi, non possono non incidere sulla fededi ciascuno di noi e non cadono nel
vuoto. Ad esempio, la domanda di Papa Francesco - 'Vuoi aiutare Gesù a portare la
Croce?'- interroga realmente nel profondo i giovani, nella loro vita personale. Quindi
il lato emozionale della Gmg resta forte, ma non è assolutamente l'unico, anzi diventa
una via per un'esperienza più profonda e fondata di cambiamento". (A cura di Fabio
Colagrande)