Gmg, Via Crucis. Il Papa: non c'è croce nella nostra vita che Gesù non condivida con
noi
La Via Crucis con i giovani sul lungomare di Copacabana, uno dei momenti forti della
Giornata Mondiale della Gioventù, ha ripercorso ieri sera a Rio il cammino di dolore
e di amore di Gesù che illumina in ogni tempo, con la luce della misericordia, le
strade dell’uomo. In ogni stazione, è stato toccato un tema che riguarda direttamente
la gioventù di oggi. Durante la spettacolare e suggestiva Via Crucis, sono anche state
ricordate alcune delle sofferenze dell'uomo, tra cui la malattia e la morte. “Nessuno
può toccare la Croce di Gesù – ha detto Papa Francesco – senza lasciarvi qualcosa
di se stesso e senza portare qualcosa della Croce di Gesù nella propria vita”. Il
servizio di Amedeo Lomonaco:
(Canto)
Il
cammino della Croce si è snodato attraverso i molteplici volti di un’umanità ferita
dalla povertà, dalla violenza, dalla malattia, dalla mancanza di prospettive come
nel caso di un gruppo di “cartoneros” argentini, rimasti ai margini della società
dopo la perdita del lavoro, chiamati sul palco dal Papa e salutati con affetto. La
suggestiva e peculiare lettura carioca della rappresentazione della Via Crucis, ricca
di luci e colori, ha accompagnato le meditazioni nelle 14 stazioni. I patimenti dei
tossicodipendenti, il dramma delle vittime della “cultura della morte”, i tormenti
dei detenuti sono state sono alcune delle sofferenze rievocate lungo il percorso,
incentrato anche sui temi della conversione, della missione e dell’amore. Sofferenze
che si riflettono nella Croce di Cristo, come quelle di un ragazzo malato terminale:
Senhor
Jesus, Cristo Redentor... "Signore Gesù Cristo Redentore. La malattia è la
mia croce. Accetta di unirmi a te in questo momento. La sicurezza che mi stai accanto
fa che ogni minuto valga la pena. Mi piacerebbe vivere molti anni, ma che cosa sono
rispetto all’eternità?".
Nella Croce di Cristo – ha detto il Papa Francesco
– “troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare
questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con
questo stesso amore”. “Gesù con la sua Croce percorre le nostre strade per prendere
su di sé le nostre paure, i nostri problemi, le nostre sofferenze, anche le più profonde”.
Cristo è sempre vicino all’uomo e non lo lascia mai solo nel suo dolore:
Con
la Cruz, Jesus se une al silencio de las víctimas de la violencia… "Con la
Croce – ha detto il Papa - Gesù si unisce al silenzio delle vittime della violenza,
che non possono più gridare, soprattutto gli innocenti e gli indifesi; con la Croce
Gesù si unisce alle famiglie che sono in difficoltà, e che piangono la tragica perdita
dei loro figli”, come nel caso all’inizio di quest’anno, di 240 giovani vittime dell’incendio
nella città di Santa Maria.
Con la Cruz, Jesús se une a todas la personas
que sufren… “Con la Croce – ha aggiunto il Santo Padre – Gesù si unisce a tutte
le persone che soffrono la fame in un mondo che si permette ogni giorno di gettare
via tonnellate di cibo”. “Con la Croce Gesù si unisce alle madri e ai padri che soffrono
nel vedere i loro figli vittime di paradisi artificiali come la droga”. Con la Croce
“Gesù è unito ai tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche
perché vedono egoismo e corruzione o che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino
in Dio, per l’incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo”.
En la
Cruz de Cristo está es sufrimento, el pecado… “Nella Croce di Cristo – ha affermato
il Papa - c’è la sofferenza, il peccato dell’uomo, anche il nostro, e Lui accoglie
tutto con le braccia aperte, carica sulle sue spalle le nostre croci e ci dice: Coraggio!
Non sarete soli a portarle!”. Ma cosa ha lasciato la Croce in coloro che l’hanno vista,
in quanti l’hanno toccata?
Deja un bien que nadie nos puede dar… “Lascia
un bene che nessuno può darci: la certezza dell’amore fedele di Dio per noi. Un amore
così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza
e ci dona la forza per affrontarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci”.
“Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore di Dio, c’è la sua immensa misericordia.
E questo “è un amore di cui possiamo fidarci, nel quale possiamo credere”.
Sólo
en Cristo muerto y resucitado encontramos la salvación… “Solo in Cristo morto
e risorto troviamo salvezza e redenzione. Con lui, il male, la sofferenza e la morte
non hanno l'ultima parola, perché Lui ci dona speranza e vita: ha trasformato la Croce
da strumento di odio, di sconfitta, di morte in segno di amore, di vittoria e di vita”.
La Croce di Cristo è stata “piantata nella storia” del popolo brasiliano e in quella
di molti altri popoli. “Il Cristo sofferente lo sentiamo vicino, uno di noi che condivide
il nostro cammino fino in fondo”. “Non c'è croce, piccola o grande, della nostra vita
– ha detto il Papa come si legge nel tweet sulla Via Crucis pubblicato ieri
- che il Signore non condivide con noi”. E in un secondo tweet: "Ogni Venerdì
ci permette di ricordare quanto Gesù ha sofferto per noi. Fa Signore che non dimentichiamo
mai quanto ci ami". Ma cosa insegna la Croce alla nostra vita?
La Cruz invita
también a dejarnos contagiar por este amor… “La Croce di Cristo – ha spiegato
il Pontefice – ci invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna
allora a guardare sempre l’altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre,
chi ha bisogno di aiuto, chi aspetta una parola, un gesto”. Papa Francesco ha infine
rivolto ai giovani la domanda che interroga il cuore di ogni uomo: E tu come sei?
Come Pilato, come il Cireneo, come Maria? Davanti agli altri possiamo essere “come
Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente per salvare la vita di Gesù”.
Ma la Croce di Cristo – ha concluso il Papa – “ci insegna ad essere come il Cireneo,
che aiuta Gesù a portare quel legno pesante, come Maria e le altre donne, che non
hanno paura di accompagnare Gesù fino alla fine, con amore, con tenerezza”.