di Don Luca Ferrari, parroco a Reggio Emilia, responsabile delle confessioni nella
Gmg del 2000 a Roma, ideatore dei gruppi "Giovani e Riconciliazione" La croce della
Gmg, che noi toccammo già allora a Roma e che migliaia di altri giovani hanno toccato
a Rio, ci ha lasciato il messaggio di certezza che il Signore pianta in mezzo alle
nostre sofferenze e fragilità la sua vittoria, la sua presenza di speranza. L'esperienza
dell'incontro con il Signore nella riconciliazione è davvero il dono più grande che
il giovane può desiderare. Il giovane, lo abbiamo più volte sperimentato, se sa di
poter confidare sulla misericordia, acquista coraggio, non ha paura neppure del proprio
limite e perciò può offrire anche la propria vita secondo il disegno di Dio che realizza
nel modo più bello e completo tutte le aspirazioni del cuore. "Che cosa ha
lasciato la Croce in coloro che l'hanno vista, in coloro che l'hanno toccata? Che
cosa lascia in ciascuno di noi? Lascia un bene che nessuno può darci: la certezza
dell'amore incrollabile di Dio per noi". Nella Via Crucis della XXVIII Giornata
Mondiale della Gioventù, Papa Francesco ha invitato i giovani a lasciarsi contagiare
dall'amore di Cristo, "che ci insegna a guardare sempre l'altro con misericordia e
amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto, chi aspetta una parola, un
gesto e ad uscire da noi stessi per andargli incontro e tendergli la mano". (a
cura di Antonella Palermo)