Egitto. Attesa per nuove manifestazioni, custodia cautelare per Morsi
Giornata di attesa in Egitto, per le nuove manifestazioni annunciate dalle parti che
si stanno fronteggiando da settimane, quelle a sostegno del nuovo governo e le altre
schierate in difesa dell'ex presidente Morsi. Al Cairo, dove si registrano i primi
scontri, la Procura ha deciso per la custodia cautelare proprio nei confronti di Morsi,
mentre le Nazioni Unite lanciano un appello per la sua liberazione, già invocata da
Stati Uniti e Unione Europea. Il servizio di Roberta Barbi:
Sale la tensione
in Egitto, dove questa sera, al termine della preghiera per il terzo venerdì del mese
sacro del Ramádan, sono previste imponenti manifestazioni. Le forze di sicurezza presidiano
piazza Tahrir e l’area intorno al palazzo presidenziale, mentre la Fratellanza ha
indetto una trentina di marce che confluiranno alla moschea di Rabaa al Adawiya. Intanto,
la Procura del Cairo ha disposto 15 giorni di custodia cautelare per il deposto presidente
Morsi, che dal 3 luglio è detenuto in una località segreta e a quanto pare è stato
già interrogato. Su di lui pendono accuse di rapimenti e atti ostili durante le evasioni
di massa dalle carceri egiziane nel 2011 e di spionaggio per conto di Hamas, che ha
smentito ogni coinvolgimento e condannato con forza la decisione. Anche la Fratellanza
parla di detenzione illegale, perché Morsi non ha avuto un avvocato difensore e grida
a un ritorno al passato degno del regime di Mubarak. Un netto no alla violenza è stato
ribadito oggi dal vicepresidente egiziano, el Baradei, mentre il segretario generale
dell’Onu, Ban ki-moon, ha lanciato un appello per la liberazione di Morsi. L’amministrazione
Obama, infine, ha fatto sapere che non si pronuncerà sull’ipotesi di “golpe” in Egitto,
perché questo la costringerebbe a tagliare gli aiuti al Paese.