Tunisia: esplode la protesta dopo l'assassinio di un leader dell'opposizione
Assassinato da una decina di colpi di pistola fuori della porta di casa, proprio nel
giorno in cui si celebrava il 56/o anniversario della Repubblica. Cosi' e' morto oggi
Mohamed Brahmi, il secondo esponente dell'opposizione laica ad essere ucciso negli
ultimi sei mesi in Tunisia, facendo tornare alta la tensione nel paese. Brahmi, 57
anni, deputato dell'Assemblea costituente, gia' leader del Movimento del Popolo e
da poche settimane coordinatore generale del nuovo partito Corrente Popolare, e' stato
ucciso nelle stesso modo in cui il 6 febbraio fu colpito a morte Chokri Belaid. Quest'ultimo
era il regista dell'operazione che aveva portato nel 2012 al varo del Fronte Popolare
- blocco laico e riformista contrario al partito islamista Ennahda che guida il governo
tunisino - ed al quale lo stesso Brahmi faceva capo.
Per la morte di Belaid
sono indagati alcuni salafiti riconducibili alla Lega per la protezione della rivoluzione,
formazione spesso violenta e accostata all'esecutivo - ma la vicenda non e' ancora
chiara. Brahmi si era appena seduto in macchina davanti alla sua casa dell'Ariana,
nella Grande Tunisi, quando e' stato raggiunto e colpito da due uomini in moto, che
si sono subito dileguati. Alcuni familiari ed esponenti politici hanno accusato Ennahda
per la sua morte, pur senza fornire prove, e nel Paese si sono scatenate immediatamente
le proteste contro gli islamisti al potere. Folle si sono riversate davanti al ministero
dell'Interno a Tunisi ma anche nelle strade di Sfax, disperse con lacrimogeni dalla
polizia, e altre migliaia di persone sono scese in piazza a Sidi Bouzid, luogo di
origine di Brahmi come di Mohamed Bouazizi, il giovane che dandosi alle fiamme diede
origine alla rivoluzione tunisina.
Nella zona le proteste sono anche sfociate
in violenza, con attacchi a due sedi di Ennahda. Ma il segretario del partito islamista,
Rached Gannouchi, ha affermato che l'assassinio punta a ''fermare il processo democratico
della Tunisia e uccidere il solo modello di successo della regione, specialmente dopo
le violenze in Egitto, Siria e Libia''. L'attenzione di Ennahda e' puntata soprattutto
sulle sorti dei Fratelli Musulmani egiziani e del loro presidente Mohammed Morsi,
destituito il 3 luglio dall'esercito sotto la pressione di enormi manifestazioni di
piazza.
L'Ugtt, il maggior sindacato tunisino, ha proclamato per domani uno
sciopero generale, mentre condanne dell'assassinio di Brahmi sono giunta dal presidente
francese Francois Hollande e L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti
umani, Navi Pillay. Da entrambi e' giunto l'invito alle forze politiche tunisine ad
unirsi per non far fallire la transizione democratica. Ma il portavoce del Fronte
popolare, Hamma Hammami, cosi' come il presidente del Partito Republicano Ahmed Nejjb
Chenni (entrambe figure storiche dell'oppozizione in Tunisia) hanno fatto appello
alla disobbedienza civili fino alla caduta della coalizione di governo e allo scioglimento
dell'Assemblea costituente, per dar vita ad un governo di unita' nazionale fino a
nuove elezioni.
(Nella foto, la moglie e il figlio di Mohamed Brahmi)