Padre Lombardi: forte la devozione mariana dei Papi ad Aparecida
Per un bilancio sulla giornata di ieri di Papa Francesco in Brasile, Il nostro inviato,
Roberto Piermarini ha intervistato il direttore della Sala Stampa vaticana,
padre Federico Lombardi, al seguito del Papa alla Gmg di Rio, che sottolinea
l’importanza della visita al Santuario dell’Aparecida e della devozione mariana per
gli ultimi Pontefici:
R. – Certamente.
Io sono colpito anche dalla continuità che c’è tra questi atti dei nostri due Papi
e, volendo, forse, anche a quelli che risalgono al predecessore, a Giovanni Paolo
II. La devozione mariana è fortissima nei Papi recenti, probabilmente anche in quelli
precedenti, ma io conosco gli ultimi tre. Ogni volta che c’era un viaggio, c’era un
Santuario mariano visitato, un momento mariano molto forte. In questo caso, Aparecida
è un Santuario importantissimo, il santuario nazionale del Brasile e non solo: è il
Santuario presso cui ha avuto luogo quella grande Conferenza dei vescovi latino-americani,
in cui il cardinale Bergoglio ha redatto, ha dato un contributo essenziale alla redazione
del documento di Aparecida, che è un po’ la Carta Magna della missione della Chiesa
nel continente latino-americano in questi anni. Quindi, Aparecida, la Madonna e il
ricordo di questa Conferenza sono qualcosa di molto forte nel cuore del Papa, il quale
ha detto una cosa bellissima nel suo discorso, cioè di come l’esperienza dei vescovi
che lavoravano nella Conferenza episcopale, nella Conferenza di Aparecida del 2007,
fosse portata, incoraggiata, animata dalla presenza, dalla devozione e dalla preghiera
dei pellegrini che venivano al Santuario. Quindi, questa dimensione di popolo che
ingloba in un certo senso, accoglie, integra la dimensione del lavoro dei pastori.
Questo è un pensiero che mi è sembrato molto bello. E lui ha voluto inserire anche
il suo ministero di Pietro in questo contesto, nella devozione alla Madonna, quindi,
e nel popolo pellegrino che viene a pregare la Madonna.
D. – E poi, gli ultimi
tre Papi - Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco -hanno visitato una favela...
R.
– Certamente. Beh l’attenzione ai poveri, anche se Papa Francesco ne parla in modo
così efficace e continuamente, è qualcosa che è stato sempre ben presente alla Chiesa.
Io ricordavo questa sera che Benedetto XVI, proprio in Brasile, aveva visitato la
Fazendada Esperança, che era una struttura, anche se un po’ diversa, analoga,
nel tipo di impegno e di recupero dei giovani dalla droga, a quella che ha visitato
il Papa questa sera all’Ospedale San Francesco di Assisi. Per quanto riguarda le favelas,
Giovanni Paolo II aveva visitato proprio una favela a Rio de Janeiro come Papa Francesco.
D.
– Il Papa, come diceva, ha vissuto oggi questo incontro nell’Ospedale San Francesco.
Abbiamo visto il Papa commosso. Come l’ha vissuto?
R. – Il Papa, tra l’altro,
è arrivato all’Ospedale e ha passato, come al solito, una processione di sofferenze
profonde: ha incontrato tutti i malati presentati a lui lungo il breve vialetto per
raggiungere il suo podio. Erano malati gravi, malati d’infermità abbastanza impressionanti:
un giovane con la testa rivoltata all’indietro; forme di sofferenza profonda. Il Papa
ha parlato di questo Santuario della sofferenza, cui è venuto dopo essere stato al
Santuario della Madonna. Certamente, nel suo modo di esprimersi, nella sua sensibilità,
vediamo che la vicinanza a questa sofferenza è grande e continua. Anche quando fa
le sue udienze generali a Roma, il passaggio presso i malati è sempre uno dei momenti
essenziali e prolungati di questo suo venire in contatto con il popolo.
D.
– Oggi abbiamo visto il Papa anche molto entusiasta, molto aitante, vivo. Si è riposato
in questa giornata così intensa?
R. – No, il Papa in questa giornata così intensa
non si è riposato per niente, neanche un minuto: è partito la mattina ed è andato
ad Aparecida prendendo un aereo, un elicottero ed una papamobile; ha detto la Messa
ed è uscito fuori a salutare la gente; ha ripreso la papamobile ed è andato a pranzo,
dove ha salutato tutte le persone presenti: quelle che hanno servito il pranzo e che
sono venute a visitarlo – le monache di clausura, gli uomini della polizia –; ha ripreso
poi la papamobile, l’aereo ed è arrivato all’ospedale San Francesco di Assisi, dove
ha incontrato i malati, sotto la pioggia. Di riposo proprio non ce n’è stato! Speriamo
stanotte riposi un poco.