2013-07-25 12:45:24

Gmg, la festa dei giovani italiani: anche lontanissimi a Rio ci sentiamo a casa


Erano oltre novemila i giovani che a Rio De Janeiro hanno partecipato alla "Festa degli Italiani" organizzato all'interno della Giornata mondiale della gioventù nello stadio di Maracanazinho. E alla fine della serata i ragazzi hanno ricevuto un saluto speciale, quello di Papa Francesco che li ha invitati a ritrovarsi insieme a lui oggi pomeriggio a Copacabana. Il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

“Fidatevi di Cristo, ascoltatelo, seguitene le orme. Egli non ci abbandona mai, neanche nei momenti più bui della vita”. E’ questo l’appello di Papa Francesco, lanciato al termine dell’incontro all’Ospedale di San Francesco d’Assisi, ai ragazzi italiani riuniti al Maracanazinho, che hanno risposto subito con un lungo applauso. Ma ascoltiamo le parole di questi giovani:

R. – Siamo molto contente di essere qui, di aver avuto la possibilità di partecipare alla Gmg. Questa è una festa importante, perché vediamo come l’Italia sia unita: siamo un popolo caloroso e vogliamo portare la nostra gioia e la nostra allegria anche a questa popolazione, che ci ha ospitato in modo bellissimo, incredibile. E’ una ospitalità unica”.

R. – Questa è la quarta Gmg! E’ sempre bellissimo ed è sempre una sorgente che si rinnova. La sensazione che ho avuto è stata di accoglienza, ma anche di bellezza, proprio bellezza del posto. Sono arrivato a Copacabana, accolto in famiglia: ti senti a casa anche a 10 mila chilometri di distanza… Quindi, bellissimo! Per il resto, devo dire che non si può prevedere quali saranno i frutti di questi doni che sono questi eventi. Però, io sono sicuro che se uno arriva con lo spirito giusto, sicuramente tornerà a casa con qualcosa, che adesso non ha.

R. – E’ un bellissimo momento, anche per conoscerci fra di noi, per stare insieme e per far valere anche lo spirito italiano, lo spirito comune. Sicuramente, è un’occasione per incontrarci per legare tra di noi, sotto la stessa fede, che è Gesù.

Erano oltre 40 i vescovi italiani che hanno voluto partecipare all’incontro insieme ai giovani delle loro diocesi. Ascoltiamo mons. Bruno Forte, arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto:

R. – Credo e ho la convinzione che il grande bisogno di amore che tutti noi ci portiamo dentro, che i giovani sentono in un modo fortissimo, anche di fronte alla crisi del villaggio globale e all’insicurezza per il loro futuro, questo bisogno grande li spinge a trovare una risposta vera: questa risposta vera non può che essere l’amore di Gesù. Siccome Papa Francesco testimonia questo amore in una maniera luminosa e la Chiesa è il luogo in cui questo amore si incontra, si capisce come questi ragazzi, che hanno incontrato Gesù, sentano il bisogno di condividere la gioia di questo incontro e di annunciarlo a tutti quelli che ancora non lo hanno incontrato.

D. – Cosa porteranno a casa dopo queste Giornate?

R. – La convinzione che non sono soli, che la Chiesa di Papa Francesco – questa Chiesa che si richiama al Vangelo e alla scelta dei poveri – è una Chiesa credibile, per cui vale la pena di impegnarsi con passione, con entusiasmo e anche con sacrificio.

Musica, testimonianze e immagini sono stati gli ingredienti di questa festa degli italiani. E tra gli altri protagonisti, c’erano anche i cantanti Francesco Renga e Chiara:

R. – Un momento di vicinanza e di aggregazione importante, in un momento anche molto particolare per tutto il mondo. Credo che il messaggio di questo Papa rivolto soprattutto ai giovani, uno dei primi, quello di non perdere la speranza, sia il motivo vero per cui siamo tutti quanti qua.

D. – La musica può aiutare ad evangelizzare le genti?

R. – Per chi lo fa come lavoro e come mestiere è non solo, appunto, un lavoro, ma anche un modo per raccontarsi, per raccontare il proprio tempo e quindi anche per rivolgersi agli altri in maniera sincera, cercando di arrivare poi all’anima vera delle persone.

D. – Chiara, la tua presenza qui a Rio de Janeiro e alla festa degli italiani…

R. – Io sono molto emozionata, perché penso che questa sia un’esperienza che mi rimarrà per sempre.

D. – Il Papa, quando è arrivato a Rio, ha detto che i giovani sono la finestra attraverso la quale si guarda verso il futuro: tu cosa ne pensi?

R. – Penso sia veramente così. Penso che siamo noi quelli che animano il futuro, anche nei nostri figli… Insomma, ci dobbiamo impegnare, dobbiamo avere speranza.







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