Giappone: l'acqua di Fukushima contamina il mare. L'esperto: incidenti così non ci
saranno più
A più di due anni di distanza dal disastro nucleare di Fukushima, le autorità giapponesi
ammettono che dell’acqua sotterranea radioattiva è fuoriuscita in mare. Bloccata per
precauzione la pesca nella zona e messe al bando la carne bovina, latte, funghi e
verdure, mentre 15 esperti dell’Agenzia internazionale dell’Energia atomica hanno
raggiunto il Giappone per verificare la situazione. Michele Raviart ha intervistato
l’ingegnere Massimo Sepielli, responsabile Unità tecnologie e impianti per
la fissione e la gestione del materiale nucleare dell’Enea:
R. – L’idea
è che loro abbiano avuto una contaminazione molto forte soprattutto dai reattori 2
e 3 e dalle relative piscine del combustibile. Avevano una massa d’acqua radioattiva
molto elevata – si parla di 14 mila tonnellate – con contenuti di radioattività che
naturalmente possono essere anche centinaia di volte superiori a quelli della radioattività
naturale, dove sono presenti sia cesio 134, 137 e iodio, sia uranio e plutonio, direttamente
provenienti dal nocciolo del reattore.
D. – Com’è avvenuto questo incidente
e perché se ne parla solo ora?
R. – Potrebbe essersi aperta una falla, oppure
potrebbero non essere riusciti perfettamente a sigillare delle zone che loro avevano
inizialmente contenuto in un qualche modo provvisorio. Poi, al momento di andare a
fare il lavoro completo, potrebbero non essere riusciti a portare a termine l’operazione
e quindi c’è stato questo versamento. Non conosco esattamente le quantità che si sono
versate rispetto al potenziale che era presente sotto i reattori.
D. – Quali
sono i rischi per la popolazione?
R. – Dipenderà dal tipo di correnti marine,
perché una parte di questi vari isotopi si va a depositare subito nella zona e si
possono costituire dei fanghi: mi riferisco in particolare al cesio, che viene praticamente
incamerato in questi fanghi. Ci sono dei tipi di pesci che vanno a mangiare nei fanghi
e quindi possono incamerare questo cesio radioattivo. Altri isotopi possono avere
la possibilità di allontanarsi di più e quindi andare all’interno del mare.
D.
– Quali sarebbero invece le conseguenze nel mangiare questi pesci contaminati?
R.
– Lo iodio si va a fissare sulla tiroide e quindi ci possono essere poi delle complicazioni
a livello tiroideo, mentre il cesio si va a stabilizzare soprattutto sulle ossa o
in particolare sul fegato. Però, in questo caso tutto il mercato del pesce nella zona
viene sicuramente bloccato. Quindi, non avrei preoccupazioni per popolazioni lontane
dal sito.
D. – Questi incidenti sono evitabili o sono rischi congeniti delle
centrali nucleari?
R. – Sono assolutamente evitabili. Noi abbiamo fatto diversi
convegni qui in Enea facendo un po’ l’excursus sui tre incidenti più grossi che ci
sono stati nella storia del nucleare: Three Mile Island, Cernobyl e Fukushima. Tutti
e tre hanno delle cause molto particolari. Il primo, Three Mile Island, fu causato
da un errore degli operatori della sala controllo. Cernobyl fu causato da una manovra
errata da parte della squadra di operazione, mentre il terzo incidente fu causato
appunto da un sisma di grandissime proporzioni e da uno tsunami. Sono tre incidenti
che possono essere evitati. Tutti e tre con i reattori della terza e quarta generazione
che sono oggetto di studio. Sicuramente, incidenti di questo tipo non possono avvenire
più e sicuramente non possono avvenire più in quel modo. Se dovessero accadere eventuali
incidenti in futuro, avrebbero delle conseguenze assolutamente più contenute.